🤔

La consapevolezza di Sé, non è una conoscenza intellettuale, oggi molti parlano di consapevolezza, né conoscono solo la parola, ma la parola non è la cosa. La consapevolezza di sé è una indagine personale profonda, che richiede grande attenzione, quindi energia, liberi dal conosciuto. Non si apprende avendo letto Jung o altri.

@@enricodeangelis8460 certi lo il grande jiddu , parlavo della consapevolezza dell’aldilà una dimensione di materapiù sottile , di una dimensione capace di eventi straordinari , affidandosi totalmente alla manifestazione di Dio , o Madre coscienza

@@enricodeangelis8460 e grazie

E infatti, se lei leggesse il libro, scoprirebbe che non è di questo che si parla. IL punto è che il concetto fdi morte clinica non contempla i veri segni di morte. I quqli possono presentarsi molto dopo il previsto, come ormai sanno una quantità di ricercatori che lavorano su questo.

Qui di insegna l'arte di morire e rinascere consapevolmente, in piena presenza, di istante in istante, senza identificarsi troppo in questo o quello. La coscienza non locale si può sperimentare in qualche istante proprio in questa vita, la compassione e l'accompagnamento dei morenti é uno strumento. Il concetto di reincarnazione potrebbe anche essere la metafora di una meditazione sull'interscambio, io per un istante posso essere te e tu puoi essere me. In questa prospettiva ci faremmo mai la guerra? È una prospettiva di apertura verso il flusso di nascita e morte in ogni istante, apertura ai cicli naturali dell'esistenza, apertura verso se stessi e gli altri, esplorazione del rapporto con l'ignoto, paura o accogliente gioia? E soprattutto come oriento i miei lutti, mi lasciano solo perdita o grandissima gratitudine?

Ma di cosa sta parlando?ma l ha visto il video o ha letto solo il titolo?😮

4Giusto ma nemmeno tu può essere certo che non continui ciao

SE CHI È MORTO SI È TROVATO BENE NELL'ALTRA DIMENSIONE NON VEDO PERCHÉ DOVREBBE VOLER TORNARE !!❤😇

IL "dopo" avviene istante per istante. Il tempo , come lo spazio, sono funzioni che dobbiamo al cervello: né tempo né spazio esistono nella realtà del campo di ogni possibile...

😂😂😂

Beh, allora provi un po' lei a spiegare il fenomeno del tukdam. Legga il libro, per capire cos'è.

Giustappunto, qui non si parla di NDE, ma di tukdam.

🧡

Certo, ma a io ho ben chiare le parole di una persona che ebbi l'onore di accompagnare tanti anni anni fa. Non fu la prima ma la seconda. Mi disse: "l'avvicinarsi della morte er un malato di cancro è un inferno che ha da attraversare comunque. Ma c'è differenza se qualcuno, intanto che lo attraversi, ti tiene per mano". Da allora non ho più smesso di accompagnare.

@@danielamuggia7698 non c'è bisogno di nessun accompagnatore, se uno ha imparato a morire giorno x giorno. L'accompagnatore serve per chi ha paura, che non ha compreso la bellezza della vita., vita, morte sono una unica cosa.

​ @enricodeangelis8460 ...Chi lei descrive non ne ha bisogno. Ma migliaia di altri ne hanno, mi creda, un gran bisogno.

L 'accompagnamento verso la morte è una concezione dei monaci tibetani,il passaggio verso il "bardo"....dalla morte verso una nuova vita

Rispondo a Maria Teresa Pasquali. La morte improvvisa non può avere un accompagnamento alla morte, ovviamente, perché è improvvisa. A meno che chi muore non si sia preparato alla propria morte prima, quando stava bene (una parte di educazione del tutto mancante in occidente, purtroppo. eppure si potrebbe, e sarebbe auspicabile)., il suo accompagnamento può essere solo post mortem, eventualità generalizzata nella tradizione tanatologica tibetana, a cui personalmente devo moltissimo. Ne ho parlato in molte altre occasioni rese disponibili online, sebbene non sia in grado di rintracciare in quali (sono un disastro in fatto di tecnologia e catalogazione degli interventi!)

@@danielamuggia7698 grazie mille di avermi risposto Dott Muggia... Lho fatto infatti dopo la sua morte e continuo dopo 7 anni

In realtà, qui da noi vige un conflitto di paradigma. Ossia tutto ciò che non collima con le convinzioni localmente più radicate, viene ignorato e occultaso. Gli scienziati che studiano i bimbi che ricordano altre vite trovano molti casi di testimonianze in Oriente, infatti, ma ben pochi in Occidente...

Buongiorno, scusi la lentezza con cui rispondo, ma do sempre la precedenza agli accompagnamenti: non perché ritenga che il resto non sia importante, ma perché a morte non aspetta. Chissà, nel suo caso, cosa sarà successo: a studiare le casistiche raccolte dai ricercatori occidentali sui ricordi dei bimbi circa precedenti esistenze, la cancellazione della memoria che accompagna il ritorno al mondo non avviene sempre alla nascita, anzi: nei paesi in cui nono c'è un paradigma sociale censurante rispetto alle rinascite, i bimbi hanno ricordi chiari del loro passato, ricordi persino linguistici (si ritrovano a parlare per es un dialetto di un luogo lontanissimo da quello in cui sono rinati) oltre che di luoghi e persone verificati poi dagli studiosi. Insomma la nostra coscienza è tutt'altro che tabula rasa. Poi, dicono gli studiosi, pian piano i ricordi delle vite passate si sopiscono, e finiscono per ricordarsi dei loro ricordi solo gli adulti che hanno dovuto venie a patti con vite precedenti dei loro figli. Se la coscienza del neonato non è tabula rasa, è comprensibile (e ho conosciuto altre persone con ricordi precoci) che la sua lucidità sia totalmente presente, anche quando l'interfaccia con il mondo circostante ancora non funziona perfettamente...

Caro Pietro il credere, desiderare, non è la cosa. Quando si ha fame, essa si spegne solo mangiando. Fare l'esperienza della vita che è un tutt'uno con la morte, bisogna fare l'esperienza personale, esattamente come colui che ha fame, gli passa mangiando.

@@danielamuggia7698 la reincarnazione come la resurrezione è solo un prodotto del Pensiero, una illusione sfruttata dalle religioni organizzate. Per quanto riguarda persone che credono di avere avuto vite pregresse, dovrebbero essere oggetto di studio della fisica moderna in collaborazione con le neuroscienze x approfondire con quali meccanismi le informazioni di vite passate possano interferire con un cervello diverso, insomma scherzi informatici che vanno studiati x evitare ulteriori fantasie.

La coscienza, o meglio la cognitività, è una qualità del campo da cui ogni cosa proviene. Lo sappiamo dagli esperimenti di Gisin, del 1998.

Evidenziato dalle NDE, dalla veglia (dalla coscienza) al presente, diversa dalla veglia propriamente detta, sul passato e sul futuro. DALLA VEGLIA AL PRESENTE PROCEDE LA CONSAPEVOLEZZA.

Mi sa che le cose tra parentesi le ha aggiunte Lorenzo. Quando Plank e altri fisici parlano di forza, non intendono "energia", ma un potenziale che è al di là dell'energia stessa...

l'ENERGIA è DI DUE TIPI: QUELLA CONOSCIUTA, bipolare luce/Tenebre, veglia/sonno, materiale Quella sconosciuta solo veglia, quella polare, spirituale alla base di quella bipolare

non si tratta di "morti" intanto ma di NDE (o EMI). E il fatto che, tornando in vita dalla morte clinica, abbiano poi descritto ciò che "non potevano vedere" è proprio la prova del fatto che la coscienza non dipende dal cervello, ma è non-locale. Scrive Schnetzler, psichiatra francese deceduto da alcuni anni e grande studioso della materia, in Scienza e Reincarnazione, citando Ring K., Cooper S., Mindsight. Near-Death and Out-of-Body Experiences…, 1999: "Ring e Cooper hanno descritto 21 casi di EMI e 10 casi di esperienze di decorporazione in 14 ciechi dalla nascita. Ciò che stupisce è che tali esperienze sono identiche a quelle delle persone che vedono bene, e il cieco dichiara di aver visto il suo corpo sul letto, il personale dell'ospedale al lavoro con tutti i particolari, l'ambiente interno o esterno conforme alla realtà, e poi il tunnel, la luce, gli esseri dell'altro mondo, i genitori morti, e così via. Questi soggetti non avevano alcun sogno visivo prima della EMI. Alcuni hanno riportato il fenomeno della vista a 360°, lo stesso che a volte è segnalato nelle EMI dei vedenti. È difficile sfuggire alla conclusione che debba esistere una percezione extrasensoriale, ad opera della coscienza, che trascende il cervello87. Il fenomeno è psicologicamente spettacolare per il testimone, che rimane affascinato dall'assenza di organi funzionanti nel cieco; è più banale se invece ci ricordiamo della massa di fenomeni di chiaroveggenza che i parapsicologi hanno evidenziato".

Se la coscienza ha usufruito della morte per reintegrare consapevolmente il Tutto, ovviamente non ci sono problemi. Potrebbero essercene nel caso contrario, di una coscienza che si 2ricostruisce" un corpo dotato di forma ma non di materia, nel caso in cui le sue volontà non fossero rispettate. Da cui due punti imprescindibili: rendiamo note le ns volontà e rispettiamo quelle rese note da altri!

La cremazione non è iun problema a mewno che non si sia rispettata la volontà del deceduto, che magari non la voleva. E comunuqe è bene aspettare i famosi 3 gg...