Cionci, nei suoi video ha una capacità di dire una quantità abnorme di fesserie in pochissimo tempo, che quasi invidio. Ma vediamo con calma i problemi delle affermazioni contenute nel suo video: 1. Tema gnostico della luce (1:03 - 1:08). Una domanda mi sorge spontanea: mai letto il capitolo 1 del vangelo di Giovanni (che, tra l’altro, è stato letto proprio nella messa mattutina di Natale, appena quattro giorni fa)? Perché mi pare che anche lì si parli di Cristo come «luce del mondo»: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce» (Gv 1, 4-8). Quale esegesi gnostico-complottista del testo giovanneo mi tirerà fuori questa volta per giustificare le sue fandonie? Sono sinceramente curioso… 2. L’Umlaut a caso (1:35 - 1:42). Consiglio un corso di tedesco base prima di fare altre castronerie di pronuncia. L’Umlaut (ö) va certamente pronunciata, ma solo quando c’è! Non mi pare infatti di vedere due puntini sopra la seconda «o» di «Bonhoeffer». Ma, evidentemente, lei è così onnisciente che conosce pure gli errori ortografici del catasto tedesco del 1906. 3. «anathema sit» (2:11 - 3:00). Una citazione di un teologo protestante riguardo al Natale da parte di un vescovo cattolico equivale a dare fuoco alla dottrina cattolica della continuità tra natura e soprannatura (o sopra-natura, che dir si voglia) o alla dottrina sociale della Chiesa? Non mi risulta ci siano state rivoluzioni dottrinali in tal senso nella fede cattolica negli ultimi 2000 anni… Il fatto poi che il termine «gnostico» sia utilizzato come parola passe-partout per definire ogni cosa, mi fa intuire che non si abbia il benché minimo lume di cosa davvero sia lo gnosticismo. Infine, trovo storicamente pregnante il fatto che un teologo protestante abbia affermato quelle parole di speranza nella situazione del Terzo Reich, vista la situazione bellicosa geo-politica mondiale odierna. Continuerò - da parte mia - a criticare le posizioni ecclesiologiche di Bonhoeffer nella sua Sanctorum communio? Sicuramente! Ma non per questo mi permetto di bollare come gnostico e anti-cattolico un vescovo che si permette di citarlo. 4. «L’uomo è misura di tutte le cose» (3:18 - 4:35). Le parole di Protagora (o meglio, il suo frammento - visto che non ci è rimasto molto de suoi discorsi!) hanno certamente un significato relativista, se considerate in senso assoluto (ossia, slegate da qualsivoglia contesto); peccato che, nel contesto in cui qui vengono pronunciate, intendano ben altro. Fossero pronunciate da un professore durante un corso di Storia della Filosofia Antica, allora potrebbero anche essere lette come le intende Platone (la cui lettura - beninteso - non è l’unica possibile!), ma sono pronunciate da un vescovo in un video di auguri di Natale. È evidente che il punto di partenza dell’affermazione del vescovo è «L’uomo Cristo - in quanto Dio incarnato - è misura di tutte le cose»! Dopotutto, l’uomo è stato costituito come padrone e signore delle creature della terra da Dio stesso nel racconto della Genesi; ergo, alla luce della rivelazione, possiamo intendere le parole protagoree nel senso che l’uomo è colui che è capace di «misurare» (ossia, di «giudicare») tutte le cose. E questo giudizio può essere inteso in due sensi (visto che abbiamo parlato poco fa di continuità tra natura e soprannatura): 1. filosofico-gnoseologico (si veda, per esempio, le prime quaestiones del De veritate di Tommaso d’Aquino), ossia che la ragione umana è capace di intendere tutte le creature («adaequatio rei et intellectus») e - sempre nell’abissale distanza analogica che separa Dio dalla creatura (come afferma il concilio Lateranense IV) - anche il Creatore; 2. teologico-cristologico, ossia la possibilità di giudicare ogni cosa alla luce della rivelazione di Cristo (come afferma Paolo in Ef 1, 9-10: «egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra»). Ma - che volete - io sono solo un laico dottorando in filosofia e teologia. Cosa ne potrò mai sapere di più rispetto a lei, Cionci? Una sola cosa però le propongo: mediti attentamente sulle parole di Cristo: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» (Mt 18, 6-7). Lo scandalo allontana i fedeli dalla vera Chiesa: e lei ne sta allontanando molti con le sue fandonie. Spero che lo comprenda prima che sia troppo tardi. Pregherò per lei. Ad maiorem Dei gloriam. (Avrà forse l’ardore di dire che anche sant’Ignazio di Loyola era un massone gnostico?).