Esta tipa lleva hablando gallego dos semanas. Lo hace para cobrar la paga. Fuera el sistema de las comunidades autónomas!!
@josealcuna885115 күн бұрын
Que gallego tan entendible habla esta zoqueta
@aracelipaniagua33992 ай бұрын
Porqué es un cuadro viviente
@Fruit-b5l2 ай бұрын
I attended this play at the Teatro Circo de Murcia last night, and it was nothing short of genius. I enjoyed every minute of it, even as a non-native speaker. This is far more than a simple theatrical piece-it’s a profound exploration and collective reflection on 50 years of Spanish history. A must-see for anyone looking to dive deep into Spanish culture and political heritage. The actors were incredible, maintaining their energy and intensity at the highest level for almost three hours. Absolutely recommended!
@DavidSantiagoPena-vt1bz8 ай бұрын
Cómo logran sujetarla para q no se caigan y tengan las manos libres?
@block67978 ай бұрын
Qué pedazo de humano ❤
@madelcarmendiazbello8164 Жыл бұрын
Estupenda Organización Apadan, hacen una labor fundamental y maravillosa, muchísimas gracias a María Díaz, que se llama igual que yo, y apellido incluso, eres estupenda, sigue con esa labor tan especial, Gran persona, y Adoptar siempre por favor, un saludo enorme a todos❤
@paolobonaiuti3182 Жыл бұрын
Notizie dalla rete: Corrispondenza Romana. Com’è l’Unione Europea? Peggio dell’Unione Sovietica 15 Gennaio 2012 ore 14:59 (di Antonio Socci su Libero del 15/01/2012) Il dissidente russo Bukovsky lo aveva predetto: “Un mostro come l’Urss guidato da burocrati autoeletti e fondato sulle minacce finanziarie”. Eravamo da sempre il Paese più europeista. Fino a un anno fa. In dodici mesi la fiducia degli italiani nell’Unione europea è precipitata. Secondo l’ultimo rilevamento dell’Ipsos ha perso addirittura 21 punti percentuali (passando dal 74 per cento al 53). Un crollo che dovrebbe far riflettere i politici e soprattutto le tecnocrazie europee a cui gli italiani sono sempre più ostili. Anche perché il crollo della fiducia degli italiani non è un fatto emotivo passeggero, né uno stato d’animo superficiale. Al contrario. Il loro europeismo era a prova di bomba. Hanno accettato di fare sacrifici per entrare nella moneta unica, hanno accettato perfino di farsi spennare da un cambio lira/euro estremamente penalizzante e poi hanno subito - senza fiatare - il sostanziale raddoppio di tutti i prezzi con l’inizio dell’euro (un impoverimento di massa). La loro fiducia è crollata solo davanti alla scoperta che la sospirata moneta unica - che tanto ci era costata - realizzata in quel modo (senza una banca centrale e un governo come referenti ultimi) era una trovata assurda e fallimentare di tecnocrazie incompetenti e arroganti. Grazie a questo incredibile esperimento, l’Italia - un Paese solvibilissimo e che ha la sesta economia del pianeta - sta ora rischiando il fallimento (del tutto ingiustificato visti i suoi fondamentali). LA PROFEZIA Quello che gli italiani ignorano è che tale disastro era stato previsto. E pure che la china antidemocratica che l’Ue sta imboccando da venti anni a questa parte era evidente ed era stata denunciata. L’affievolimento della democrazia e dei diritti individuali, la dittatura del «politically correct», è qualcosa a cui purtroppo facciamo meno caso - come si vede in queste settimane in Italia - ma è perfino più grave del fallimento politico ed economico della Ue. Una delle voci nel deserto che videro in anticipo è quella di un eroico dissidente russo, Vladimir Bukovsky, uno così temerario e indomabile che già a venti anni era inviso al regime comunista sovietico il quale lo rinchiuse nei manicomi politici e nel gulag, torturandolo (infine - pur di disfarsene - lo cacciò via nel 1976 in cambio della liberazione in Cile del leader comunista Luis Corvalan). Ebbene, Bukovsky, in una conferenza nell’ottobre del 2000, riportata di recente su Italia oggi, se n’era uscito con affermazioni che sembrarono allora esagerate, che forse lo sono, ma che - alla luce degli ultimi eventi - rischiano di essere semplicemente profetiche. Non mi riferisco solo a eventi come il commissariamento dell’Italia e della Grecia e il tentato commissariamento (in corso) dell’Ungheria, ma anche alle cessioni di sovranità dei diversi stati mai sottoposte ai referendum popolari o alle bocciature di tali cessioni (nei referendum o nei parlamenti) che sono state sostanzialmente ignorate. «Per quasi 50 anni», disse Bukovsky «abbiamo vissuto un grande pericolo sotto l’Unione Sovietica, un paese aggressore che voleva imporre il suo modello politico a tutto il mondo. Diverse volte nella mia vita ho visto per puro miracolo sventare il sogno dell’Urss. Poi abbiamo visto la bestia contorcersi e morire davanti ai nostri occhi. Ma invece di esserne felici, siamo andati a crearci un altro mostro. Questo nuovo mostro è straordinariamente simile a quello che abbiamo appena seppellito». Si riferiva all’Unione europea. Argomentava: «Chi governava l’Urss? Quindici persone, non elette, che si sceglievano fra di loro. Chi governa l’Ue? Venti persone non elette che si scelgono fra di loro». Bisogna riconoscere che oggi abbiamo addirittura governi non eletti (come quello italiano) con un programma dettato dalla Bce. Diceva ancora Bukovsky: «Come fu creata l’Urss? Soprattutto con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. Come si sta creando l’Ue? Costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. Per la politica ufficiale dell’Urss le nazioni non esistevano, esistevano solo i “cittadini sovietici”. L’Ue non vuole le nazioni, vuole solo i cosiddetti “europei”. In teoria, ogni repubblica dell’Urss aveva il diritto di secessione. In pratica, non esisteva alcuna procedura che consentisse di uscirne. Nessuno ha mai detto che non si può uscire dall’Europa. Ma se qualcuno dovesse cercare di uscirne, troverà che non è prevista nessuna procedura». Bukovsky arrivava fino a giudizi pesantissimi, sicuramente esagerati, ma chi ha subito ciò che lui ha subito in difesa della libertà di coscienza ha tutto il diritto di essere ipersensibile a ogni violazione della libertà di pensiero e dei diritti individuali: «L’Urss aveva i gulag. L’Ue» aggiungeva Bukovsky «non ha dei gulag che si vedono, non c’è una persecuzione tangibile. Ma nonostante l’ideologia della sinistra di oggi sia “soft”, l’effetto è lo stesso: ci sono i gulag intellettuali. Gli oppositori sono completamente isolati e marchiati come degli intoccabili sociali. Sono messi a tacere, gli si impedisce di pubblicare, di fare carriera universitaria ecc. Questo è il loro modo di trattare con i dissidenti». Un’esagerazione certamente, ma è la sua stessa vicenda personale a far riflettere sulla libertà del pensiero e della cultura in Europa occidentale. Quanti in Italia conoscono Vladimir Bukovsky, il leggendario dissidente, l’eroico difensore della libertà di coscienza? Eravamo pochissimi isolati che nei primi anni Sessanta ne seguivamo le peripezie (nei manicomi politici e nei lager): i miei coetanei - specie quelli che oggi pontificano dai giornali come giornalisti, opinionisti e intellettuali - avevano come loro mito i vari Mao, Fidel Castro e perfino Stalin. Oggi molti di loro - dopo essersi autoassolti - impartiscono lezioni di liberaldemocrazia dai mass media, ma senza mai aver fatto un vera «mea culpa», infatti continuano a cantare in coro. E continuano ad avere in gran dispetto le voci libere come Bukovsky. AUTOASSOLUZIONI Il motivo semplice. Perché mette sotto accusa le élite culturali europee (e anche quelle politiche). Perché è un uomo che - dopo aver sfidato il Kgb e la cappa di piombo del regime sovietico - ha sfidato la cappa di piombo del conformismo «politically correct» occidentale. È uno che nei suoi libri scrive: «Il comunismo è una malattia della cultura e dell’intelletto… Le élite occidentali penso non capissero l’universalità di quel male, la sua natura internazionale e quindi il carattere universale della sua pericolosità». La sua ha continuato ad essere una voce scomoda e isolata perché - dopo il crollo delle feroci nomenclature comuniste - non ha chiesto vendetta, ma ha pure rifiutato che si autoassolvessero e restassero al potere. Ha scritto in un suo libro: «Noi siamo pronti a perdonare i colpevoli, ma loro non devono assolversi da sé». È chiaro perché uno così, in un paese come l’Italia, è sconosciuto e continua ad essere una voce silenziata. Infatti quante volte è stato fatto parlare in tv o sui giornali italiani? Parla in Gran Bretagna, in America… Ma in Italia è una voce silenziata. Quali case editrici hanno pubblicato i suoi libri? Prendiamo il volume che ha scritto, dopo il crollo dell’Urss, quando poté tornare a Mosca e pubblicare i documenti degli archivi del Cremlino: chi ha tradotto quel libro in Italia? La piccolissima editrice Spirali. Infatti «Gli archivi segreti di Mosca» è pressoché sconosciuto e ben pochi ne han parlato sui giornali. Eppure riguardava anche noi italiani. Voci profetiche come quella di Bukovsky devono far riflettere soprattutto in un Paese come il nostro dove ha sempre scarseggiato la sensibilità per i diritti dell’individuo e ha sempre abbondato il conformismo culturale, la prevaricazione delle nomenklature e quella dello stato. L’allarme del dissidente russo sull’Europa ci riguarda e ci deve far riflettere. Oggi più che mai. Ma ancora una volta sono poche le voci che sono sensibili all’allarme sulla libertà. di Antonio Socci Iniziamo la campagna elettorale europea 2024. ▶️ Tutti a casa ◀️ Distinti saluti Paolo
@wattyler9806 Жыл бұрын
Out standing.
@bobo327 Жыл бұрын
Nice video 👍 friend 😊
@teresacastro5091 Жыл бұрын
Una mujer integra da gusto oírla un bico grande no cambié nunca❤❤❤
@MC-fp7zd Жыл бұрын
Que tontas deberían empoderarse de verdad , estudiando ,trabajando y llenándose de valores a ellas mismas y a sus hijos y no haciéndose las vistimas
@nilsyler3407 Жыл бұрын
Menudo circo 🤦🏼♂️🤦🏼♂️🤦🏼♂️🤦🏼♂️
@JoaoMariaNunes2 жыл бұрын
tive um desses...
@Harconnem12 жыл бұрын
Expectacular trabojo, yo me crié con mis hermanos jugando con Exin Castillos. Que recuerdos. Y con mi hijo jugué mucho tambien
@MarelysLeyvaAntunez2 жыл бұрын
Hola EntreNos. Soy cubana nacionalizada en USA pero quiero ir a la Coruña y pasarme un tiempo allá. Soy poeta y estoy escribiendo una novela cuyos personajes y trama se desarrollan en un una ciudad imaginaria en A Coruña. Por esta razon estoy investigando; tengo una amiga de la infancia que vive allá hace 32 años y ella me invitó. Iré alrededor del mes de marzo y me gustaria estar en contacto con escritores y poetas locales.
@racingracing16682 жыл бұрын
Cada año sois menos..el asesino mata el ladrón ba robar el mal tratador ba matar.... cuanto tiempo libre tenéis la luza gasolina por las nubes no se puede ir compar con menos de 50 euros pero seguir haciendo el monos monas mones
@danielramsey61412 жыл бұрын
Wow! That looks amazing!
@wattyler98062 жыл бұрын
Outstanding.
@fcic66852 жыл бұрын
Al parecer tengo una pariente lejana que que es tocaya.
@a.garciindomable29603 жыл бұрын
Los mejores
@tamararademachermacia43983 жыл бұрын
Este año será mejor aún !
@anagarciavazquez78583 жыл бұрын
A por todas
@emylelimafambre3 жыл бұрын
Aonde fica essa regiao???
@amparodelcarmensalazarrodr20393 жыл бұрын
Podría dar el nombre de los productos utilizados ? Gracias de antemano, saludos desde México 🇲🇽
@tamararademachermacia43983 жыл бұрын
A todos nos gustan las ferias
@maikel_843 жыл бұрын
Coño lo mató un brasukas medio negro y salen las antifascistas y demás calaña con su show. Increíble. Imposible ser más tonto en esta ciudad 🏙
@b.42673 жыл бұрын
Cuánto se gana al mes con un local así? Sería para una ciudad de menos de 100.000 habitantes y más de 65.000... El alquiler de locales por aquí rondan los 500 €/mes. Me estoy planteando abrir algo así.
@entrenosdixital94793 жыл бұрын
Nos piden su nombre, teléfono y correo electrónico para que Dog Wash se ponga en contacto con usted.
@anagarciavazquez78583 жыл бұрын
Que belleza
@tamararademachermacia43983 жыл бұрын
Gran variedad de peces, buena sección
@carolinaramirez31833 жыл бұрын
Buena iniciativa de dar a conocer a las empresas de las zonas
@sidlast7373 жыл бұрын
The boys and girls in the school I went to when I was seven years old built a castle from paper mash blocks the size of matchboxes hundreds of them, lodes of effort went in to the finished article, using balsa wood for several parts portcullis drawbridge and moor plasticine figures all mounted on two school black boards I wish I had photos I am 73 years old but I remembered it the moment I sore this film
@wattyler98062 жыл бұрын
I build my grandson castles and battle fields from balsa wood and modelling clay. Brick by brick then landscape them takes forever but he loves them. They look the part when finished painted landscaped with soldiers on them.
@apruebaacademia3893 жыл бұрын
Como bien dice "El Dire", la única tecnología punta que teníamos en el cole, era una tiza , un encerado y unos buenos profesores que consiguieron , durante muchos años, que muchas generaciones de niñ@s de Los Mallos, accediésemos a una educación , que no tenía nada que envidiar a otros centros. Forma parte de la historia del barrio y siempre estará en nuestros recuerdos. La educación no es solo recursos y tecnología. Muchas generaciones que hemos salido del cole de Los Mallos, lo evidencian. Gracias Salgado. Gracias a todos los buenos profes que allí nos formaron: Don Miguel, la señorita Maruchi, la señorita Raquel, Zulima, Pilar, Mº Jesús, Fanego....
@anagarciavazquez78583 жыл бұрын
Eso es!!
@tamararademachermacia43983 жыл бұрын
El transporte público tiene mucho que mejorar
@tamararademachermacia43983 жыл бұрын
😁
@anagarciavazquez78583 жыл бұрын
Animo
@soniamaraco6293 жыл бұрын
Hola nicanor soy sonia de la cafeteria nieta de luciano costa recuerdas? Te envio saludos