Questi giapponesi continuano a tirare fuori le gambe, allontanando i piedi dal corpo; allungando e ritraendo le ginocchia. E' un modo strano di interpretare lo sci ma a cui rimangono affezionati da anni. Il movimento invece inizia dal piede, come insegna lo sci italiano austriaco, quindi si rimane sull'esterno, e grazie alle pressioni, l'attrezzo subendo deformazione ritorna sotto in deformazione elastica accelerando passa sotto il bacino verso l'altra direzione, il cui pilotaggio verso la curva successiva progredisce in appoggio sull'esterno in pressione e ritorno elastico in accelerazione. Quello giapponese e' un modo molto elegante alla vista, appariscente direi, ma non efficace allo sfruttamento della deformazione, risposta del terreno accelerazione attrezzo; tuttavia le sciancrature estreme agevolano comunque la rapida inversione di direzione. E' lo stesso stile che si puo' usare sulle gobbe, tutto in assorbimento ginocchia. Questo sistema di allontanare i piedi dal corpo in rapida successione, lo pratico anche io, seppur in modo meno elegante, nei rari casi in cui e' presente la neve fresca. Tanto sulla neve soffice, lo sci non deforma per mancanza di sostegno, ma e' facile creare le parabole di appoggio dello sci, lungo l'arco di curva, a quel punto allontanare i piedi dal corpo in rapida successione, con riavvicinamento dei piedi usando le ginocchia, diventa molto divertente e secondo me proficuo, elegante nelle rapide inversioni, agevolando il galleggiamento sulle nevi inconsistenti.