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10 luglio 1943 le truppe inglesi, americane e canadesi sbarcano in Sicilia tra Licata e Siracusa in quella che sarà ricordata dalla storia come Operazione «Husky». L’invasione dell’isola dà una svolta al Secondo conflitto mondiale e segna l’inizio della fine per il regime fascista. Qualche settimana dopo il Gran Consiglio voterà la sfiducia a Mussolini e il re Vittorio Emanuele III ne ordinerà l’arresto. Gli Alleati andranno avanti nella campagna militare per altri due anni. L’Italia diventerà teatro di battaglie tra gli eserciti di mezzo mondo fino alla Liberazione.
Ma c’è una storia nella storia, per anni dimenticata: quella della Divisione motorizzata “Livorno”. L’11 luglio contrattaccherà travolgendo in un primo momento la 1° Divisione di Fanteria americana “Grande Uno Rosso”. Sarà il III Battaglione del 34° reggimento a travolgere le linee statunitensi fino all’abitato di Gela. Poi la spinta offensiva si arresta per la mancanza di rinforzi. La risposta dei rangers americani non tarda ad arrivare. Sarà una carneficina per i giovani della “Livorno”. Resisteranno ad oltranza per 24 ore tra i ruderi di Castelluccio di Gela.
Un racconto che lo storico e saggista Pier Luigi Villari ripercorre nel libro “L’onore dimenticato. I ragazzi della Divisione Livorno” (IBN EDIZIONI) attraverso Giorgio Chiarini. Un personaggio inventato che è un pretesto per poter raccontare in prima persona e rendere più viva la storia vera. Una memoria che Villari riprende dai diari del padre, prima a Noto, in provincia di Siracusa, all’atto dello sbarco. Poi, aggregato alla “Livorno” testimone delle battaglie di ripiegamento. Servizio di Vincenzo Grienti