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Dal punto di vista paesaggistico si tratta di un’area tra le meno accessibili del Parco, una valle stretta e incassata ricoperta di boschi misti a querce e carpini, caratterizzati da un sottobosco ad agrifoglio (Ilex aquifolium). Lungo il corso d’acqua e nelle linee di impluvio si trovano le specie igrofile: il tiglio selvatico (Tilia cordata), il nocciolo (Corylus avellana) e il carpino bianco (Carpinus betulus). Le sorgenti del gruppo Le Capore - Sant’Angelo rappresentano l’emergenza sorgentizia più importante della dorsale carbonatica dei Monti Lucretili, che si estende dal Fosso Capore fino al Fiume Aniene. In quest’area del Parco il sistema fluviale è ben conservato e mantiene una fauna acquatica di elevato valore naturalistico.
L’assetto idrogeologico della valle reatina è fortemente influenzato dall’idrodinamica sotterranea regionale dell’area sabina-reatina,che presenta tre grandi emergenze della falda basale, di portata media elevata, ognuna alimentata da una differente struttura carbonatica: a nord-est le sorgenti di S. Susanna, ubicate al contatto tra i Monti Reatini e la Piana Reatina (5 m3/s); ad est la Piana di S. Vittorino, sede delle Sorgenti del Peschiera e di altre numerose emergenze, per una portata totale di circa 30 m3/s; a sud le sorgenti Le Capore, con una portata media 5 m3/s. Le sorgenti Le Capore, ubicate nella valle del Torrente Farfa in prossimità di Frasso Sabino, sono completamente captate per l’approvvigionamento idrico di Roma e hanno un bacino di alimentazione nei Monti Sabini occidentali, che tuttavia comprende anche tutta la struttura idrogeologica dei Monti Sabini.