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Quanti sportivi possono dire di aver battuto in una corsa in bici un fenomeno assoluto come Tadej Pogačar? Quanti atleti possono vantare nel proprio palmarès una Firenze-Faenza, la 100 km del Passatore, ma su due ruote? Quanti ciclisti possono rievocare una vittoria in solitaria sul Mont Kigali, sede del mondiale su strada del 2025? Quanti corridori italiani hanno un vero e proprio fan club, composto da amici fedelissimi nonché tifosi accaniti, pronti a supportarli in qualsiasi gara disputata in ogni parte del mondo?
In questa puntata che apre la nostra nuova stagione abbiamo ricostruito l’identikit di una persona che potesse rispondere affermativamente a queste domande affermando “sì, io ho fatto tutto questo” chiacchierando con Manuele Tarozzi: faentino DOC, atleta professionista della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, il Thomas de Gendt italiano, un artista della fuga degno del miglior Houdini.
Ripercorrete con noi i ricordi di una carriera ancora molto giovane e passata costantemente “a prendere aria” e a cercare l’impresa incurante della pioggia, del caldo torrido e di qualsiasi condizione atmosferica sfavorevole. Un elogio della fatica che il nostro “Flaco” romagnolo ha tessuto dalla Cina al Ruanda, dal Gp Industria e Artigianato di Larciano al Giro d’Italia!