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Colpo grosso a Castellammare
La Juve Stabia segna dopo pochi minuti ma l'Empoli poi prende in mano la gara e la tiene in pugno fino al meritato pareggio di Tavano. Nel finale poi è Saponara a segnare la rete decisiva
JUVE STABIA EMPOLI 1-2
JUVE STABIA (4-3-3): Nocchi; Maury, Scognamiglio, Murolo, Dicuonzo; Genevier (54' Gorzegno), Mezavilla, Caserta; Acosty, Danilevicius (72' Bruno), Cellini (67' Improta). All. Braglia.
EMPOLI (4-3-1-2): Bassi; Laurini, Tonelli, Regini, Hysaj; Moro, Valdifiori (79' Signorelli), Croce (85' Camillucci); Saponara; Maccarone, Tavano (90' Spinazzola). All. Sarri.
Arbitro: Borriello F. di Mantova
Marcatori: 12' Caserta; 81' Tavano; 88' Saponara
Note. Spettatori 4000 circa. Ammoniti: Hysaj, Acosty, Caserta, Gorzegno, Maury
Castellammare di Stabia
E' IL FINALE a premiare un Empoli coraggioso e mai domo ma sarebbe stato davvero un peccato se non fosse stato così. Perchè al «Menti», se una squadra ha guidato la partita e ha provato a fare qualcosa di più è stata proprio quella azzurra, la meno attesa. La Juve Stabia, infatti, sognava i play-off e quando è passata in vantaggio con un bel gol di Caserta, lesto a prendere d'infilata un paio di centrocampisti azzurri decisamente 'appisolati', la partita sembrava in fondo avere preso già una sua piega. E invece, a lungo, la squadra del toscanissimo Braglia s'è fermata lì, incapace di innescare un tridente d'attacco da paura e buona solo a fare mucchio davanti all'area di rigore. La sua. Molto meglio l'Empoli che ha preso subito in mano il gioco e l'ha in pratica tenuto fino alla svolta finale del match. Certo, gli azzurri hanno avuto le loro brave difficoltà ad essere incisivi. Colpa anche di un Tavano non al top dopo l'infortunio accusato in settimana e della gabbia che a lungo ha limitato l'estro di Saponara. Certo però che quando là davanti ci sono questi giocatori (e mettiamoci anche Maccarone...), la speranza è sempre l'ultima a morire e così è stato.
L'Empoli insomma ci ha provato e riprovato, girando a lungo davanti ai 20 metri decisivi, collezionando angoli a raffica ma mancando quasi sempre al momento di tirare fuori lo spunto giusto. Nel primo tempo Tavano, imbeccato da Maccarone, ha spedito alto, lo stesso Maccarone di testa ha mandato fuori e da lontano anche Hysaj ha provato ad impegnare Nocchi che in realtà la prima vera grande parata l'ha fatta solo dopo 31', quando è stato Maccarone a trovare l'incornata giusta di testa. Dopo pochi minuti poi il portiere di casa non ha avuto difficoltà a bloccare un piattone di Tavano a dimostrazione di un predominio incontrastato anche se sterile. E la Juve Stabia? Qualche brivido per un tacco di Cellini non seguito dai compagni e per un tocco di mano di Laurini su lancio di Caserta che ha fatto gridare al rigore i tifosi di casa. Tutto qui.
Insomma, un copione che col passare dei minuti è diventato persino scontato. I padroni di casa sono sembrati fidarsi molto delle loro capacità difensive e anche il contropiede è apparso un'arma a loro sconosciuta. Un pizzico di presunzione che la squadra di Braglia ha pagato nell'ultimo spicchio di gara dopo avere comunque rischiato grosso anche al 15' della ripresa, quando Saponara approfittando di un disimpegno sbagliato, aveva imbeccato di precisione Tavano davanti a Nocchi: il diagonale del 'cecchino' azzurro però era finito fuori proprio quando sembrava diretto al gol. Un campanello d'allarme non colto dai gialloblù, anche se Murolo su punizione, dopo ha mandato fuori di poco davanti a Bassi. L'Empoli però ha insistito ed alla fine ha raccolto il giusto premio. E' infatti l'81° quando Saponara, cresciuto nel secondo tempo, va al tiro dal limite con Nocchi che sfodera un altro grande intervento e Tavano che raccoglie la respinta e da due passi mette dentro. I gialloblù accusano il colpo, si gettano in avanti ma senza lucidità, tanto più che nel frattempo Braglia ha tolto Cellini e Danilevicius. Una condotta di gara scriteriata che l'Empoli ha punito ancora a una manciata di minuti dalla fine: Maccarone trova il varco giusto per l'inserimento di Saponara e palla in fondo al sacco. Da manuale del calcio, vero Braglia?
Riccardo Fattori
la nazione