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E’ partito da Vecchiazzano, un quartiere di Forlì, per emulare le gesta dei migliori sprinter del mondo, in primis l’idolo Petacchi. Ha un omonimo nella stessa città che corre come lui ma che preferisce le quattro ruote alle due. In passato, oltre alle corse su strada, si cimentava anche su pista ed è qui dove ha imparato qualche trucchetto, soprattutto nel campo della velocità.
E’ stato re del Marocco, imperatore in Cina, voivoda in Slovacchia, dominatore in Bulgaria e tigre in Malesia. E’ stato diretto dal compianto Gianni Savio, ha fatto parte di un team italiano pieno di talenti nostrani assistendo da vicino all’ascesa di Egan Bernal ed era sul podio con Tom Boonen nell’ultima grande vittoria tra i professionisti di “Tornado Tom”. E’ stato testimone della storia recente del ciclismo mondiale e ora ne fa parte anche lui e vuole continuare a scriverla.
In questa puntata abbiamo ripercorso la carriera di Matteo Malucelli: sprinter puro, di quelli che si vedevano una volta, che ha ereditato il ruolo di velocista nel XDS Astana Team che la scorsa stagione fu di Mark Cavendish. La sua storia è quella di un atleta che non si è mai arreso, che alla soglia dei 31 anni è arrivato nel World Tour e che anche adesso ha ancora tanta fame di vittorie dopo le 10 della scorsa stagione. Sperando che non si plachi, come quando era molto più giovane, nell’ultima gara dell’anno.