31 gennaio 2017 “Cresciuto in oratorio”

31 gennaio 2017 “Cresciuto in oratorio” - Giacomo Poretti

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@severomarulanda9112 7 жыл бұрын

Che dire, un video nostalgico. Nostalgico soprattutto per una persona come me che neanche ha raggiunto i 20 anni: cresciuto in oratorio di paese (9000 anime circa, ma molto ben organizzato e ampio) a suon di messe e pallone, pur magari non in piena consapevolezza del Credo (ora non mi ritengo più credente "tradizionale" ma in continua ricerca); ricordo benissimo i pomeriggi interi trascorsi: alle 12/13 finiva scuola, dopo un'ora dritti in campo a giocare, e non importava che ad occupare un campetto a cinque (quello a 11, di sabbia, era ai più inaccessibile per le minacce dei genitori di tornare a casa imbrattati di polvere ahah) fosse un numero esagerato di persone (bambini, ragazzi, papà, il don con i piedi quadrati). Ma la bellezza e la semplicità dell'oratorio non si fermava qui: il bello era organizzarsi per andarci, restarci fino alle 19 (cioè quando i genitori chiamavano sui nostri primi telefoni in dotazione, limitati alle chiamate/sms, avvisando dell'ora di cena), citofonare a casa dell'amico, magari un po' svogliato, e caricarlo per il pomeriggio. Ricordo i periodi di vacanze natalizie/pasquali: giocare nella neve d'inverno e infischiarsene del freddo e anche la mattina (dopo la preghiera della Settimana Santa) nelle tiepide giornate di aprile. E ora? Il mio oratorio è punto di riferimento, ancora, per molti giovani, ma è cambiato: è diventato un luogo spento, apatico; passando ogni tanto il sabato o la domenica pomeriggio non si trova più questo via vai di ragazzi che battibeccano per un pallone, che bevono alla fontana, che sono felici di esserci: vedo ragazzi, anche non molto più giovani di me, che preferiscono giocare in palestra piuttosto che all'esterno, che giacciono sulle panchine o dentro il bar conversando più con il loro smartphone che con l'altra persona (fortunatamente non tutti sono così). Ho vissuto anche io questo cambiamento, e mi permetto di fare una considerazione magari stupida ai più, ma significativa: lo smartphone è diventato l'e-commerce della persona; così come amazon ti permette di comprare comodamente a casa senza andare in negozio, ecco come i nuovi social (whatsapp, instagram, ecc.) diventano il mezzo con cui "comprare" la compagnia di un amico attraverso il telefono: così vicini ma, al contempo, tremendamente distaccati. Logicamente questa mia riflessione non va letta come un ritorno "all'età della pietra", il discorso sarebbe lungo. Ma forse non sarebbe male poter vedere di nuovo ragazzi che "citofonano a casa dell'amico, magari un po' svogliato, per caricarlo per il pomeriggio"