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Prima parte - Concerto integrale
27 Ottobre 2017 - Palazzo Camozzini - Verona
Sponsorship : "Alhambra " manifactura de guitarras Spagna
Una serata da ricordare, il terzo appuntamento del Festival Internazionale della Chitarra che ha visto protagonista a Palazzo Camozzini il ventiseienne chitarrista ucraino Marko Topchii: ciò che è rimasto alla fine del concerto è un misto di emozioni forti, di ammirazione infinita nelle abilità strumentali e musicali. Al termine di quasi due ore di performance di livello altissimo ci siamo resi conto di aver ascoltato di tutto: dal Rinascimento di Dowland al Novecento di Josè, Rodrigo, Castelnuovo Tedesco, dalla Polonia di Tasman al Paraguay di Barrios Mangorè alla Russia di Koshkin e per ciascun pezzo e ciascun autore, Topchii ha saputo trovare il suono giusto, lo stile adatto, i respiri musicali, anche all’interno dei passaggi più ostici, con naturalezza, caratteristiche che definiscono non solo il grande virtuoso, ma il grande musicista.
Vincitore di un’ottantina di concorsi internazionali Marko Topchii, che si presenta con una mise di disarmante semplicità (pantaloni blu e camicia a quadretti), ha al suo arco alcune frecce di gran pregio, al di là di un talento indiscutibile e fuori dalla norma: una assoluta capacità di concentrazione, una sensibilità particolare per il tocco, una lucidità spaventosa nella lettura del testo musicale che sa poi elaborare e restituire al pubblico sotto forma di grande interpretazione.
Bisognerebbe citare ogni brano eseguito dal celebre Sueno en la Floresta di Barrios alla Fantasia per liuto di Dowland, dai due brani di Rodrigo (Toccata e Invocation et danse) al Capriccio diabolico di Castelnuovo Tedesco, da Introduction et vivace di Nikita Koshkin alle magnifiche Variazioni su un tema di Scriabin di Tasman per terminare con la Sonata di Antonio Josè nella quale ognuno dei quattro movimenti superava il precedente per precisione, musicalità, bellezza del suono