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Le ricerche condotte fino ad oggi e i documenti di archivio ci dicono che ufficialmente la Festa dell’Uva dell’Impruneta nacque nel 1928 quando ancora il paese si trovava sotto la giurisdizione del Comune del Galluzzo.
Niente si sa di quella prima Festa ma tutto ciò che è stato conservato di quel periodo determina quella data d’inizio.
Da allora, ogni prima Domenica di autunno nella splendida cornice di Piazza Buondelmonti, si festeggia il frutto della vite con una sfilata di carri allegorici.
Motore del cambiamento sono le persone che danno anima ai quattro Rioni, ciascuno dei quali ha un carattere ben definito e diverso dagli altri. Queste diversità si riflettono nel modo di vivere ed interpretare la Festa e ogni “popolo” ha la sua ricetta per coinvolgere emotivamente gli spettatori durante la propria sfilata.
Dal 1929 Impruneta diventa comune autonomo e forse anche questo fatto contribuisce alla crescita ed affermazione della Festa del nostro paese. Per i primi quattro anni la competizione è fra le fattorie: nelle cronache si ritrovano citate la pluripremiata Alberti di via Paolieri, Isola di Bagnolo e Botti. Contemporaneamente gli imprunetini iniziano ad organizzarsi, vogliono che la loro Festa possa distinguersi dalle altre che stanno nascendo nel circondario e decidono di realizzare costruzioni gigantesche sopra il pozzo che sorge nel bel mezzo della piazza principale: riproduzioni di fiaschi, tini, strettoi, aie con pergolati che destano l’ammirazione del sempre più numeroso pubblico arrivato da Firenze per partecipare alla Festa e godere della distribuzione gratuita di vino.
La Festa è pronta per il primo salto di qualità: si tratta di mettere a frutto quanto gli imprunetini dimostrano di saper fare così, nel 1932, il Comitato organizzatore disegna all’interno del paese i confini dei quattro Rioni corrispondenti ai i quattro “popoli” disposti lungo le direttrici principali che divergono dalla piazza principale.
In meno di dieci anni le poche decine di persone che partecipavano alla realizzazione dei carri diventano un intero paese.
I pochi spettatori della prima edizione diventano una piazza piena che applaude la bravura degli artigiani rionali che adornano i loro carri con quintali di grappoli disposti a formare figure ed oggetti.
Negli anni 2000 gli elementi scenografici e coreografici, compresi i costumi, hanno generalmente preso il sopravvento su storia e costruzioni.
Questa la classifica finale della 92 edizione:
1 Rione del Sant'Antonio 360
2 Rione delle Fornaci 310
3 Rione del Pallò 270
4 Sante Marie 160
Riprese di Franco Mariani.
Tutti i diritti riservati a www.laterrazzadimichelangelo.it © 2018
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