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Venezia. Al caffè di San Marco una elegante anziana signora, vedova, molto ricca e cinica, indifferente alle sirene del conformismo, incontra l'avvocato Ridolfi, un giovane dal fare astuto, anche se alcuni dettagli del suo abbigliamento denunciano scarsa affermazione professionale: i due stringono un accordo. Rita, la nipote della vedova, ed Enrico, chirurgo in carriera, sono in viaggio di nozze nella Rodi italiana del 1938, nei giorni del Trattato di Monaco. Li avvicina un sedicente generale di nome Costantini, che comunica a Rita l'improvvisa morte della nonna, dicendo di averla sposata poco prima che si spegnesse e consegnando alla nipote un testamento che la rende unica erede di una immensa fortuna. Ma il testamento include una clausola capestro, dove si insinua l'avvocato Ridolfi, che fa la sua comparsa con una proposta tanto ambigua quanto minacciosa. Tra i quattro, sullo sfondo mondano e corrotto di Rodi, inizia un carosello di mosse e contromosse, che include il ricatto e un delitto. Il mistero ritorna infine a Venezia, dove i personaggi lo condurranno a soluzione.
Andrea Molesini, veneziano, ha insegnato Letteratura all'Università di Padova. Con il romanzo Non tutti i bastardi sono di Vienna del 2011 e tradotto in molte lingue ha vinto, tra gli altri, il Premio Campiello e il Premio Comisso, ed è stato insignito della cittadinanza onoraria del comune di Refrontolo (TV) ov'è ambientata la narrazione. Successivamente pubblica La Primavera del lupo (2013), Presagio (2014), Dove un'ombra sconsolata mi cerca (2019) e Il rogo della Repubblica (2021), ispirato a una storia vera.
Dialoga con l’autore Elisa Michellut, giornalista professionista, presentatrice e conduttrice televisiva e di programmi radiofonici della Rai regionale, redattrice del Messaggero Veneto.
Introduce Marta Novello, Direttrice del Museo Archeologico di Aquileia.