Angelo Brofferio: «L’umanità e ’l mërluss (ossia: Cavour e ‘l Chólera)»

«L’umanità e il merluzzo
ossia:
Cavour e il Colera»
1
- Pan! Pan! Pan! - Oh, che frastuono!
Chi è che mi viene a seccare?
- Sono io, che devo fare un viaggio
e in Piemonte voglio passare.
- Dammi qui il tuo passaporto.
- Te lo darà per me la Morte.
- Di’ il tuo nome, ceffo di grattugia.
- Sono il Colera. - Oh, mi scusi!
2
- Sono vent’anni, o pellicce cattive,
che vi ho insegnato la morale
e voi altri mi avete messo
nel banco dei dimenticati.
Per tutto questo ho dovuto tornare
a rinfrescare le mie lezioni.
- Oh che scuola lazzarona!
- Temerario! - Mi perdoni!
3
Illustrissimo, fra noi grandi
non dobbiamo tirare (fuori) il coltello;
per prendere il sangue lei si mette in moto
io è da un pezzo che prendo la pelle.
Facciamo dunque per il nostro utile
un’alleanza da fratelli,
un’alleanza mai più rotta.
- Stile di ipocrita! - Ascolti!
4
Io verso di lei, per dirla chiaramente,
ho molte obbligazioni.
Vent’anni fa la sua faccia magra,
il suo mantello carico di tacconi
hanno fatto credere che un piccolo ratto
avesse (qualcosa) di Democratico.
- Razza stupida e indiscreta,
sono il Colera! - Aspetti!
5
Vedendo poi che lei si agguanta
con più appetito i più pitocchi
ho detto: È della cricca;
sia lodato il cane di San Rocco.
Adesso dunque facciamo i conti:
volendo di nuovo entrare in Piemonte
cosa medita eccellenza?
- Mi esamini? - Oh, ma cosa pensa!
6
- Gli Italiani bisogna educarli,
specialmente i Piemontesi,
e per questo bisogna picchiarli.
- Su questo punto siamo già intesi.
- Tutto in polvere: magazzini,
banche, fabbriche, mulini…
- Lei del mondo vuole fare polenta!
- Sono il Colera! - Ascolti!
7
Quanto agli umani, che ramazzi,
che bastoni pure bene,
sarebbe meglio perderne la razza
ed io solo non basto.
Ma il merluzzo, i denari, il carbone,
l’amido, l’indaco, il cotone,
tutto questo guai se lo scompagina!
- A me degli ordini? - Ma s’immagini!
8
Io voglio solo che si persuada
che se lei mi mette alla corda
con dei profumi e con della pomata
di cloro, di canfora e d’aceto
saprò anche farmi le mie ragioni:
a lei i crampi e a me il cordone (sanitario),
a lei diarrea, a me malva pura.
- Una sfida? - Oh, si figuri!
9
- Cloro e canfora mi dispiacciono
e l’aceto mi dà al cervello.
- È dunque proprio il caso
di un trattato fra me e lei.
- Negoziamo. - Dica, su.
- Io voglio umani. - Io voglio degli scudi.
- Io un mare di sangue. - Io un pozzo di sovrane.
- Io sepolcri. - E io dogane.
10
- È detto; l’umana pasta
mi lasci e il sangue umano.
- Ma il cacao guai se lo tasta,
guai se intorbida lo zafferano!
- Vuoi dunque aprirmi l’uscio?
- Sì, se mi lascia stare il merluzzo.
- Accettato senza riserva:
largo al Colera. - Si serva!