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PAOLO MARTELLOTTI. Sette sono passate e l'ottava sta passando
23 Febbraio 2023
Autobiografie Scientifiche
Il progetto coinvolge alcuni architetti attivi nel panorama italiano e internazionale in un ciclo di incontri presso la sede del Centro Studi Giorgio Muratore in via Tevere 20. I protagonisti sono invitati ad esporre le proprie storie, che da un'idea di Pino Pasquali, assumono la forma di Autobiografie Scientifiche sulla traccia del noto testo di Aldo Rossi debitore a sua volta dello scritto omonimo di Max Planck. Non si tratta quindi dell'esposizione dei soli progetti ma di una ricostruzione delle motivazioni, dei riferimenti, delle suggestioni che li hanno determinati, connessi alle vicende biografiche personali e ai contesti culturali e istituzionali in cui si sono svolti.
Paolo Martellotti
Architetto, pittore, scultore. Si è formato negli anni ‘60 a Roma durante il periodo universitario con lo Studio di Corso Vittorio. Nel 1970 ha fondato con altri architetti ed artisti il Gruppo LABIRINTO con cui ha lavorato per dieci anni alla elaborazione di un linguaggio integrato delle arti con disegni, installazioni, progetti, opere che hanno avuto un grande riscontro in pubblicazioni e mostre nazionali ed internazionali ( vedi il libro “La città di carta” ed. MAGMA 1978 a cura di F. Moschini con interventi di C. Bertelli e F. Menna). Dagli anni ‘80 ha lavorato come architetto con lo studio IL LABORATORIO in opere di edilizia, di restauro monumentale ed arte dei giardini e in tutti i settori della Museografia, dalla costruzione spaziale, alla concezione espositiva, alla ricostruzione di opere d’arte frammentarie del passato. Ha lavorato in Italia e in Europa, in particolare in Germania e in Russia, ma anche in Africa, in Medio Oriente, in America Latina e in Giappone.
Ha insegnato all’Università di Roma, Napoli, Blaksburg (Virginia USA). Ha scritto numerosi testi sull’architettura, l’arte, il restauro e la museografia. Sue opere sono nelle collezioni permanenti di A.A.M di F. Moschini, del MAXXI di Roma, del Centro Pompidou di Parigi, del Museo Schusev di Mosca e del Museo della Fondazione Tchoban di Berlino.
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