BLONDE: un ritratto che va oltre il biopic | RECENSIONE NO SPOILER

[@ShivaProduzioni]

E a voi è piaciuto Blonde? Sembra proprio essere l'ennesimo film che quest'anno divide sia pubblico che critica. Ricordatevi di supportare questi video con un like, un commento qui sotto e iscrivendovi al canale! Abbiamo bisogno di voi per crescere 💛

[@frederickstudio6658]

Bella recensione! Ho visto Blonde e trovo che sia grande cinema! E secondo me Dominik ed ANA (straordinaria) sono riusciti a rendere l’essenza pura di Marilyn!

[@Palmoggi]

Blonde non mi è piaciuto per niente, un film fatto per raccontare di cinema, autoreferenziale dove la figura di Marylin diventa quella di una bambolina in balia degli eventi e degli uomini che la vogliono sopraffare. Inutilmente pomposo e al limite del cringe in alcune scene come quella della chiacchierata col feto in pancia. Si regge tutto su Ana De Armas che sta diventando sempre più brava.

[@federicosamsa]

Aldilà delle critiche morali e di buon gusto (che nella finzione lasciano il tempo che trovano), mi sembra che Blonde sia manchevole proprio da un punto di vista formale. Dal momento che le immagini sono mere didascalie della sceneggiatura (i vari formati utilizzati e l'alternanza tra colore e bianco e nero non privilegiano nessun momento, non creano nessun sistema coerente, non identificano nessuno stato particolare: sono tutti utilizzati in tutte le situazioni, a simulare semplicemente il disorientamento sensuale di Norma, come da sceneggiatura), restano da analizzare i presupposti di quest'ultima. In primo luogo, se Dominik non voleva parlare di Marylin e trarre un discorso dalla sua bio (come viene fatto meravigliosamente in Bird di Eastwood, per dirne uno), perché fare un film proprio su di lei? Perché scontrarsi inequivocabilmente con l'immaginario reale di Marylin, anziché costruirne una controfigura alla Charles Foster Kane (proiezione immaginaria e del tutto simile a William Randolph Hearst, in Quarto Potere)? Insomma, perché intitolare un libro "Commento a Madame Bovary", se poi parli dei cazzi tuoi? Almeno Tarantino inserisce dei personaggi fittizi al centro delle sue narrazioni, cosí da creare immediatamente una realtà parallela dove i personaggi reali, pur presenti, sono del tutto secondari. L'unica spiegazione formale (senza supporre quindi una malizia) é che Dominik, che già ci abbiocca con quasi tre ore di mappazzone, abbia voluto approfittare della fama di Marylin per permettersi di tralasciare certi aspetti della trama, perché patrimonio del gossip comune in quanto vita della diva, e cosí potesse concentrarsi sugli aspetti intimi di avvenimenti trascurabili in quanto noti a tutti. Benissimo, peccato che Dominik voglia costruire la sua Marylin, non quella reale. Di conseguenza, l'intera impalcatura crolla: il personaggio del film é una poveretta disturbata e totalmente incapace di fare qualunque cosa da sola, che peró nel giro di qualche ellisse non spiegata scala il feroce mondo di Hollywood sino ad arrivare nella stanza del presidente degli Stati Uniti. C'é un problema. Dominik vorrebbe semplificarsi la vita ragionando con una logica simbolista, e quindi svuotando personaggi ed avvenimenti di qualunque profondità (e ci sta), ma invece di sobbarcarsi la sbatta di costruire un immaginario coerente e autonomo come Jodorowsky o Lynch, cerca di semplificarsi la vita due volte mantenendo sempre un legame col reale e le sue logiche, cosí da non dover ricostruire un mondo da capo. Ma questi due aspetti cozzano terribilmente e restano per tutto il tempo irrelati. Se decidi di operare in un contesto realistico, ossia la Hollywood degli Anni Cinquanta, e di innestare un discorso simbolico, ossia la disgregazione dell'identità di Norma che porta a disgregarla come persona ridotta a bambola vuota, devi fare una cosa delicatissima, cioé applicare la logica reale ai tuoi simboli per rendere credibile il surreale. Un esempio é in Videodrome di Cronenberg: il nostro protagonista ha modificato il funzionamento del suo corpo a forza di stare a contatto con i segnali della televisione (detta molto male); a una certa uno schermo televisivo prende forma di una mano e gli spara, quindi lo stesso schermo sanguina. Sia la mutazione dello schermo che il suo sanguinamento sono simboli perfettamente logici col presupposto che il corpo umano possa modificarsi a contatto con il televisore e vicecersa: la giustapposizione é immediata. Dominik semplicemente tiene separati questi due aspetti, e non si capisce come un guscio vuoto quale é la sua Norma possa raggiungere i successi della vera Monroe nel vero contesto in cui tuttavia é ambientata la narrazione. Anche volendo avvallare il discorso simbolico di Dominik e presupponendo una sua sostanziale buonafede, il film manca completamente delle premesse necessarie a rendere valido qualunque discorso volesse fare.

[@lef_3]

Sono d'accordo completamente con la tua analisi, a cui aggiungerei un gusto moralistico di Dominick che ho trovato insopportabile. Se si fosse occupato di più della logica interna all'opera con cui applicare il bianco e nero e il colore, invece di concentrarsi unilateralmente sulla vittimizzazione di Marilyn (cioè sul contenuto scialbo del film) sarebbe stato meglio.

[@noahinthetime-space174]

È un grandissimo film,tra anni sarà un classico

[@iconslegends5230]

Ennesimo sfruttamento di cattivo gusto dell'immagine di Marilyn Monroe, preso dal romanzo e messo sullo schermo. Il fim, come il romanzo, non è un biopic ma una serie di fatti che per circa l'ottanta per cento sono inventati con l'aggiunta di un'esasperante angoscia e sesso gratuiti. Il film e il romanzo che vorrebbero evidenziare lo sfruttamento di questo genere di donne fa un riferimento troppo specifico a Marilyn Monroe sfruttandola lui stesso. Lei non era assolutamente come viene presentata da loro. Il risultato è che chi non conosce abbastanza bene la Monroe, ora avrà in'idea distorta e assolutamente incompleta di lei. Marilyn ha avuto molti problemi e momenti di angoscia, era fragile emotivamente, ma nello stesso tempo era anche molto combattiva forte, con uno spiccato senso dello humor e dell'ironia. La sua vita non era solo tutta angoscia e sesso, ha avuto molti momenti di soddisfazione e di luce, ha reagito e combattuto contro i media e le Major e alla fine ha dettato le sue condizioni alla FOX che le ha accettate. Se non vuole essere un biopic, si inventi un personaggio fittizio e si lasci riposare in pace questa donna che era formidabile. Lei ha osato quando tutto era proibito e ha incantato il mondo, sapeva benissimo dove voleva arrivare. In questo film che ho trovato abbastanza disgustoso, noioso e troppo lungo, l'unico pregio è l'impegno professionale di Ana de Armas che ce la mette tutta, ma ricreare l'alchimia della vera Marilyn è impossibile e io infatti non percepisco l'essenza di Monroe. Un romanzo e un film di ipocrisia e incongruenza da dimenticare. Marilyn Monroe voglio ricorarla per quello che era veramente, non certo in questo modo fasullo

[@Kronol]

totalmente d'accordo, a me il film è piaciuto assai, non capisco davvero chi lo critica come se fosse la merda più totale, magari tutte le "merde" fossero così dai. a tratti ci ho visto persino "fuoco cammina con me" di Lynch in questo film, come se fosse un'ispirazione nel raccontare il "tormento" di Marylin in costante conflitto con l'altra se.

[@gabba1983]

Visto ieri sera e confermo, assurdo che sia su Netflix un film così visivamente potente e disturbante. Bomba 🔥

[@lef_3]

Non sono d'accordo con la recensione, per me di onesto in questo film non c'è nulla. L'ho trovato esteticamente brutto sotto quasi ogni aspetto (regia, fotografia, sceneggiatura, l'unica eccezione è la recitazione, anche se un po' macchiettistica), ho trovato stucchevole la continua citazione delle foto di Marilyn nelle inquadrature e insopportabile l'uso preponderante del sesso come modo per vittimizzare moralisticamente la figura di Marilyn Monroe, riducendo la sua portata artistica e cinematografica all'immagine della donna sfruttata, che è solo vittima e nient'altro. Penso sia uno dei film più bigotti che abbia mai visto, è un peccato che la figura di Marilyn Monroe come attrice sia tutt'oggi misconosciuta, a dispetto della sua fama, e che il cinema, per rappresentare di nuovo Marilyn, prenda vie facili, come quella della favoletta da quattro soldi dell'innocente vittima "Norma Jeane" dietro la famosa star "Marilyn Monroe". La figura di Marilyn Monroe è molto più complessa e stratificata di così. Nella poesia dedicata a Marilyn, Pasolini a un certo punto scrive: "Ora i fratelli maggiori, finalmente, si voltano,/ smettono per un momento i loro maledetti giochi,/ escono dalla loro inesorabile distrazione,/ e si chiedono: «È possibile che Marilyn,/ la piccola Marilyn, ci abbia indicato la strada?". Ecco, "Blonde" è il ritorno all'inesorabile distrazione dei fratelli maggiori.

[@Manuel-ks9qo]

Di bigotto c'è solo il sistema hollywoodiano, di cui faceva parte Marylin Monroe. Al film, non interessa rappresentare la sua vita da attrice, come se fosse l'ennesimo biopic, dall'agiografia smaccata. Ma delineare la psicologia di una trentenne e dei suoi sogni, in una società che la vede solamente come "la bionda". In quanto ideale ed estetico, e non come persona. La migliore visione del 2022, almeno per me.

[@lef_3]

​@@Manuel-ks9qo La società che la vede solamente come la (stupida) bionda è secondo me interamente riprodotta, reiterata e resa nuovamente presente attraverso questo film. La "psicologia" di Marilyn Monroe quale sarebbe? Quella della vittima che fa qualsiasi cosa contro la propria volontà? Indubbiamente c'è un aspetto di ingiustizia subita nella figura di Marilyn, ma è solo un aspetto, non è l'unico aspetto di quella figura, come invece pretende il film, riducendo Marilyn Monroe solamente a vittima. La critica che muovo al film non è che non sia un biopic canonico, non mi interessa quell'aspetto. "My Week with Marilyn" è per esempio un biopic canonico (anche se romanzato) ed è abbastanza mediocre. Ciò che dico è che, secondo me, per trattare bene la figura di Marilyn è necessario vedere il duplice aspetto di "sorellina minore", come dice Pasolini, e di attrice e artista. Escludere l'arte, il cinema, per farla diventare in modo unilaterale una vittima da sfruttare sullo schermo è, dal mio punto di vista, da bigotti, esattamente come era bigotta la Hollywood degli anni '50 in cui Marilyn lavorava. (Per inciso, è decisamente meno bigotto un film come "A qualcuno piace caldo" di "Blonde")

[@Manuel-ks9qo]

@@lef_3 Personalmente, non ho percepito questa necessità. Perché non l'ho visto come un film su Marylin Monroe, ma appunto su una ragazza trentenne, che ci aveva creduto tantissimo provando a cauterizzare le proprie ferite in qualcosa che rimanesse per sempre.

[@lef_3]

@@Manuel-ks9qo Come non l'hai visto come un film su Marilyn Monroe? Tre quarti delle inquadrature sono delle ricostruzioni pedisseque delle sue fotografie, l'attrice recita con la voce che la Monroe usava nei suoi film comici anche nei momenti drammatici, il film ricostruisce continuamente l'icona di Marilyn Monroe per far vedere 1) quanto Marilyn sia vittima, 2) come Marilyn sia vittima, e gioca continuamente su voyerismo da snuff movie completamente gratuito, senza però essere fino in fondo uno snuff. Io non ho visto nessun approfondimento psicologico, ma solo un'estetizzazione moralista della vittima. Marilyn Monroe = stupida bionda abusata dagli uomini, questo è quello che il film mi ha dato, ma questo non è ciò che è Marilyn Monroe

[@Manuel-ks9qo]

@@lef_3 non l'ho visto come un film su Marylin Monroe, inteso come biografico. Al regista, interessava ragionare e decostruire il mito e l'icona, per arrivare all'essere umano.

[@thulsadoom78]

Capolavoro, lo dico da fan di MM...avevo il terrore di questo film ed invece è stata una rivelazione.

[@alberto_lupo]

Appena finito di guardarlo, senza leggere prima alcun articolo o recensione: rapito per quasi tre ore notturne in quest'opera il cui ultimo proposito vuole essere un biopic, pur sfidando e dissacrando la figura di Marilyn bionda-svampita-perfetta impressa nel mito pop collettivo. Per me sfiora il capolavoro: introspettivo, duro, visionario, erotico, estetico, angosciante, glamour, cupo, minimale, disturbante, algido, sporco, elegante. Intenso. Menzione speciale ad Ana de Armas, messa a nudo dalla camera nell’anima prima che nel corpo; al bianco e nero degno di un servizio fotografico di vogue; al non abuso di musica con intere scene accompagnate solo dai suoni reali più inaudibili, come lo strusciare del tessuto o il respiro, che ne aumentano il disagio. È vero che si insiste con una certa dose di opportunismo sull’uso e abuso sessuale, cavalcando l’hype del momento (femminismo, emancipazione, violenza, salute mentale, blablabla), ma ci sta e c’è sempre stato: penso, ad esempio, alla guerra del Vietnam e ai film cult che ha generato.

[@n3r0n3]

Io l'ho trovato carino ma davvero niente che mi abbia colpito particolarmente... a parte forse la superficialità con cui si affronta la relazione coi Kennedy e il continuo giustificare marylin alla luce del trauma infantile quando a rendere comprensibile il carrierismo masochista è il sistema in cui queste donne si trovano. Insomma Marylin di Blonde a me pare una nuova Justine.. cosa che mi è piaciuta poco.

[@leonardocapuzzi9631]

Grande Andre. A me questo film è piaciuto tantissimo. Dominick ha creato un film che sa osare e ti butta in faccia la vita tormentata e difficile di un'attrice troppo oltre per la Hollywood dei suoi tempi. È normale che sia un film che spacchi il pubblico in due. È una pellicola scomoda esattamente come Spencer di Larrain. Altro film meraviglioso. Entrambi i film secondo il mio parere non sono per tutti. Per quanto concerne Blonde le scene di sesso sono molto spinte, in particolare quella che riguarda JFK. La personalità di Norma Jean lascia il posto alla Monroe. A caro prezzo. Tutto era partito con la voglia da parte di un'attrice di sfondare ad Hollywood. Purtroppo lei pagherà un conto molto salato, in quanto Hollywood non è il Paese delle Meraviglie ma le fauci dell'Inferno di dantesca memoria. A me ha lasciato di sasso la già suddetta scena con JFK, quando lei inizialmente sotto sua richiesta lo masturba e poi forzata dallo stesso ad un rapporto orale. È proprio in quel momento che Norma Jean muore e Merylin ne prende totalmente il controlo. Salvo poi riunirsi a Norma stessa visto che sarà proprio la non accettazione da parte dell'industria cinematografica e il non essere ben voluta ad uccidere la parte più sbarazzina di Norma. In quel momento lo spettatore può solo che rimanere sgomento e spiazzato nel vedere un sogno andato in pezzi di un'attrice che voleva solamente essere qualcuno. E che come tutte le grandi personalità di Hollywood sarà ricordata di più da defunta. A livello tecnico il film è incredibile. Dominick dirige in maniera sopraffina e fa vedere ciò che vuole che lo spettatore veda senza mezze misure. La regia rimanda moltissimo a quella del maestro David Lynch ed in particolare alla sua Trilogia del Sogno. Voto del film: 10 su 10.

[@Manuel-ks9qo]

La scena di sesso orale a JFK, è una delle meglio girate, che io ricordi.

[@leonardocapuzzi9631]

@@Manuel-ks9qo Sicuramente è di forte impatto a livello visivo. Secondo me l'intero film è un capolavoro.

[@Manuel-ks9qo]

@@leonardocapuzzi9631 non sono il tipo da urlare al "capolavoro" per un film appena uscito, ma è senza dubbio una delle visioni più stimolanti dell'anno.

[@leonardocapuzzi9631]

@@Manuel-ks9qo assolutamente neanche io. Più che altro ripensandoci nei giorni successivi alla visione e secondo la mia opinione che possa esserlo.

[@fabiobarbara2749]

Anche a me ha ricordato molto "fuoco cammina con me " ...ottimo film

[@deanmanson4045]

Il film è molto teatrale, ambizioso. Però non si può realizzare un film con solo ed esclusivamente episodi drammatici, critici, amari. Ho dovuto vederlo in 3 volte, spezzandolo in diversi giorni, perché tre ore consecutive, praticamente dall'inizio alla fine della pellicola, di sequenze tristi, spesso raccapriccianti, pesanti, non mi era decisamente possibile vederle senza fare pause...

[@lauracollauzzo4025]

Grandi!

[@ficano90]

Vogliamo il 4! Ora.

[@samueleprevitali9721]

Io personalmente odio quando un film cerca di inculcarti qualcosa in testa con il martelletto, e vedere quel feto brutto in CGI che dovrebbe essere un ammasso di cellule di due mesi e invece pare un neonato di 6 kg che a una certa pure parla e Marilyn forzata ad abortire da dei dottori cattivi che le infilano una scimitarra nella patata proprio non mi è andato giù. Peccato perché la messa in scena, a parte alcuni momenti cringe (tipo il quadro che parla e la cascata), era davvero buona.

[@scaredlobstero]

Dai la cascata cringe no, top trovata

[@castevetshouse4642]

Film con immagini potenti e suggestive, molto bella tutta la rappresentazione di Norma che di fatto è sempre rimasta "dentro il cassetto" mentre a venire fuori è sempre più stata Marilyn tant'è che le parti in bianco e nero e a colori inizieranno sempre più a mischiarsi perchè la personalità di Marilyn(quella costruita dall'esterno) inizierà a prendere dominare anche nella vita privata. A prescindere dal giudizio soggettivo che ognuno può avere è una pellicola che mostra e che sa far parlare di se.

[@leojimcarrol]

Per quanto possa essere un'ottima e interessante interpretazione della visione del regista, non ho apprezzato il film Blonde. L'ho trovato un po' pretenzioso, noioso e con un messaggio confuso. Le parti peggiori che proprio non mi sono andate a genio sono il messaggio anti-abortista nella scena in cui il feto (perfettamente formato più simile a uno di 9 mesi più che di poche settimane) dice parole come "uccidere" e "omicidio" riferendosi all'aborto. La seconda cosa che non ho apprezzato è l'approccio voyeuristico delle scene di stupro e violenza di Norma Jean in cui la messa in scena non è fredda e asettica per mostrare la brutalità dell'atto, ma ha un che di volutamente morboso che dipinge il corpo martoriato della vittima di stupro/violenza fisica come candido e seducente e questo fatto in un film del 2022 è imperdonabile.

[@lorenzolorenzo7239]

Sinceramente il film non mi ha convinto, la dicotomia tra Marilyn Monroe e Norma secondo me non è stata sviluppata bene... Norma sembra perennemente in balia degli eventi, incapace di prendere una sola decisione o di reagire se non piagnucolando, i personaggi sono tutti piatti e senza sfumature, il bianco e nero e il colore vengono alternati a caso mentre sarebbero stati utilissimi per sottolineare questa dicotomia tra il personaggio pubblico e la persona... per non parlare della scena del feto che trovo veramente offensiva: il messaggio anti abortista che sembra dare questo film è disgustoso!

[@lisaar3003]

Ma l' elephant fetus in the room è ancora da miglior film dell' anno?

[@alfredoreitano3426]

INFATTI IL FILM PER CERTI VERSI È FUORI DALLA REALTÀ. È L' IMMAGINE CHE IL REGISTA HA DI MARILYN CHE SOLO LUI VEDE

[@RenderJoh]

Vai col 4.

[@manuelbarutta9084]

Dominik ci ha dato un suo ritratto su Marylin, ed era meglio che se lo tenesse.

[@LooMilzo]

Perché?

[@giuseppesava2149]

Grandissimo film

[@HYMNT0LIFE]

Trovo veramente esagerato giudicarlo come uno dei film migliori di quest'anno. Per questo questo film è un'esperimento mal riuscito e a tratti imbarazzante. Non solo si tratta di un'opera impegnativa per lo spettatore ma troppo respingente e disordinata. L'obiettivo del film è trattare il dilemma dell'identità, la depressione e il trauma dell'abbandono. Ma lo fa in modo arrogante, abbastanza superficiale e con uno stile molto - anche troppo - sopra le righe. Questo film è eccessivo nella durata, eccessivo nella retorica, eccessivo nella presunzione di argomentare certe tesi, eccessivo nella fotografia (bella ma a volte troppo eccentrica e ripetitiva) ed eccessivo nelle interpretazioni. Un film mal riuscito per me.

[@Manuel-ks9qo]

Essendo volutamente respingente e disordinato, è un film che si ama o si odia.

[@leonardomagnani_]

Per me è il miglior film dal 2020 ad oggi, pensa un po’

[@rorschachsjournal4863]

È neozelandese non ustraliano

[@ShivaProduzioni]

Nato in Nuova Zelanda, ma cresciuto in Australia dall'età di 2 anni. La maggior parte delle fonti lo identifica come australiano e ci siamo attenuti a quelle.

[@marcopuccioni5943]

Al quarto posto secondo me ci sta Vortex di Noé