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Siamo nell’estate del 1979, in Giappone, e si stanno giocando i mondiali di calcio under 19 che l’Argentina vincerà battendo in finale l’URSS.
Accanto a Diego, non solo come compagno di squadra, ma come vero e proprio rivale, splende anche la stella di Ramon Diaz, che dopo aver partecipato assieme a Diego ai mondiali in Spagna del 1982, si trasferirà a Napoli, mentre D10S andrà a Barcellona.
Dopo le due belle stagioni dal 1980 al 1982, con l’olandese Krol e lo scudetto sfiorato nel 1981, con la possibilità di ingaggiare un secondo straniero Ferlaino coglie l’occasione di ingaggiare Ramon Diaz che, come detto, si era messo in particolare evidenza con la nazionale albiceleste.
Diaz, proveniente dal River Plate, squadra rivale del Boca Junior di Maradona, è considerato uno dei colpi di mercato dell’estate 1982, quella del trionfo del calcio italiano, della vittoria del Mundial di Espana.
Ferlaino rinuncia a Rino Marchesi, trasferitosi all’Inter e investe sul giovane Massimo Giacomini che si era messo in evidenza con Udinese e Milan.
La stagione 1982 83 si presenta come impegnativa, col Napoli che dovrà disputare il campionato di serie A, la coppa Uefa e la coppa Italia.
Tra gli acquisti estivi si evidenzia l’arrivo dell’ottimo centrocampista Paolo Dal Fiume dal Perugia, il rientro di Celestini dal Catanzaro, il rientro di Capone dalla Pistoiese e, come detto l’arrivo di Ramon Diaz.
La squadra, dopo le due belle stagioni precedenti sembra, se possibile, ancora più competitiva, sebbene non al livello della Juve che ha ingaggiato Boniek e Platini e gode della intelaiatura dell’Italia campione del mondo e della Roma con Falcao e l’ex interista Prohaska. Tutto sommato, però, si punta quanto meno ad emulare le due stagioni trascorse, cercando di fare belle cose in coppa uefa.
La coppa Italia, con il suo girone agostano, mette subito in evidenza un buon Napoli che, superando salernitana, perugia, avellino, lazio ed atalanta, si qualifica senza troppa fatica per gli ottavi di finale. Il puntero triste, Ramon Diaz, si mette in particolare luce con una doppietta alla Lazio nella vittoria per 2-1 al Flaminio di Roma il 1 settembre 1982.
Insomma tutto sembra procedere bene e nulla fa presagire quella che, invece, si rivelerà essere una stagione disastrosa.
Ma vediamo il contesto in cui maturano gli eventi.
Innanzitutto la scelta dell’allenatore: Marchesi rappresentava la sicurezza di un’esperienza ottima e la conoscenza della squadra che aveva fatto tanto bene nei due anni precedenti, Giacomini, viceversa, allenatore emergente, rappresenterà un azzardo di cui, ben presto, Corrado Ferlaino si dovrà pentire.
In società, inoltre, l’allontanamento di Antonio Juliano che aveva portato all’ingaggio di Krol, sembra privare della giusta competenza l’organigramma dirigenziale.
Ma tra i problemi che affliggono la ssc napoli, probabilmente il più importante è quello che riguarda il conflitto tra Corrado ferlaino e la criminalità organizzata.
In una intervista del 2022, Roberto Saviano raccoglie le dichiarazioni di Giuseppe Misso, boss camorrista della Sanità che racconta delle bombe piazzate davanti alla residenza di Ferlaino. La lettura di quegli eventi però è molto più semplice e scontata di quanto dica il Misso e ruota intorno alle attività criminali che si svolgevano nella zona dello stadio san Paolo, dalla vendita di gadget e magliette false ai parcheggiatori abusivi, in tutto quel sottobosco di criminalità che vedeva taglieggiata la SSC Napoli.
Il 10 ottobre 1982, la sconfitta interna contro la Roma scatena la violenza cieca del pubblico del San Paolo, a pochi minuti dalla fine dell’incontro, i tifosi facinorosi iniziano a scardinare le sedute in travertino degli anelli inferiori, così come era già accaduto nel 1970 durante la partita tra Napoli e Swindon Town, lanciando in campo e sulla pista di atletica le pietre ottenute dalla rottura del marmo: una vera e propria contestazione ed un assalto al Napoli, ai calciatori, a Ferlaino. Si comprende quindi che il clima è tesissimo e ovviamente questo non fa che ripercuotersi sulla squadra e sul clima dello spogliatoio.
L’esonero di Giacomini e l’ingaggio del nuovo allenatore avvengono, come prassi calcistica vuole, approfittando della sosta per la partita della nazionale che affronta il 4 dicembre 1982 la Romania a Firenze.
La SSC Napoli affida la direzione tecnica al Petisso Bruno Pesaola, coadiuvato sul campo dall'allenatore Gennaro Rambone, e contestualmente avviene anche l'avvicendamento ai vertici della società di Marino Brancaccio, in sostituzione del dimissionario Corrado Ferlaino, pressato dalla contestazione e dai citati fatti di camorra.
Bruno Pesaola resterà vicino al mondo del calcio, sia come commentatore che come ospite in vari programmi televisivi. La città di Napoli lo vedrà suo concittadino fino al 29 maggio del 2015, data della sua morte, all’età di 89 anni.