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Oasi di pace e tranquillità immersa nella natura, diviene mèta di molte famiglie durante l’estate e un luogo piacevole dove vivere tutto l’anno.
Castello che merita di essere visitato e vissuto, per la qualità dell’aria, per la sua posizione e per i panorami che si susseguono girando per il centro storico.
Non abbiamo notizie certe in merito alla fondazione di quello che, in documenti del XIII e XIV secolo, è conosciuto come Castrum Ithiulorum (ovvero Castello degli Itieli).
Come si evince dagli Statuti, fu sempre sotto l’influenza di Narni e, da questa, ritenuto strategica per il controllo dei confini con Terni.
Anche se in gran parte degradato allo stato di rudere o manomesso da trasformazioni successive, si può ancora leggere l’originario e imponente impianto di difesa: cinta muraria, torri, fortificazioni, che si possono datare XIII-XIV secolo.
Ma prima di giungere presso le mura, dalla strada che viene da Narni ci accoglie la piccola edicola della Madonna della Neve - festeggiata ogni 5 agosto. La piccola cappella è quanto resta di una chiesa ascrivibile alla metà del Seicento, periodo in cui Itieli vide una fioritura artistica grazie anche al giubileo del 1650.
La porta d’ingresso si trova a valle, difesa dalla Torre degli Aimuccis - dal nome di una delle famiglie più antiche che accamparono diritti sul castello. Al suo interno è ancora visibile il pavimento in pietra originale, sostituito poi in parte da quello in cotto.
Risalendo i vicoli, accompagnati da costruzioni medievali e panorami mozzafiato, si giunge prima alla piazzetta delle Antusse (o Indusse), poi fino in cima alla piazza che ospita la Chiesa di San Nicola.
Interessante scoprire la ricostruzione di una catapulta medievale e la presenza di un piccolo mortaio puntato a valle, come a indicare le armi che un tempo difesero queste terre di confine.
Il termine intussa (o ‘ntussa) deriva dalla parola greca anthus (ovvero “fiore di fuoco) che si riferisce a particolari fiaccole che vengono accese per accompagnare la processione del sabato sera in onore di S. Nicola, festeggiato ogni anno il terzo fine settimana di maggio.
Un grande fuoco viene acceso sulla spianata soprastante l’imbocco del giro del monte Censo e tutti coloro che partecipano alla processione vi accendono la propria indussa.
La suggestiva processione notturna, chiamata Intussata, illumina il monte Censo e rinnova una tradizione antichissima che finisce col ritorno e la consegna delle famose ciambelle all’anice (o “ciammelle” in gergo locale).