Рет қаралды 1,915
Alcuni vecchi campanari si sono ritrovati per provare riprendere il suono manuale sul campanile di Bardino Nuovo, comune di Tovo San Giacomo nell'entroterra di Pietra ligure in occasione della festa patronale di S. Sebastiano.
La Chiesa di S. Sebastiano il 17 novembre si staccò dalla matrice di Bardino vecchio dedicata a S. Giovanni Battista e da tale data iniziarono i lavori per ingrandire la Chiesa, che era Rettoria ed innalzare la torre campanaria.
Delle originali campane non si conosce nulla, nel 1844 la fonderia Bozzoli di Genova realizza la nuova mezzana
All'epoca il campanaro Gio Batta Piccardo veniva pagato lire 6 all'anno ed inoltre 80 centesimi per ogni segno che dava per i defunti.
Nel 1883 la vecchia campana maggiore il cui peso sfiorava i 5 quintali venne rifusa e ingrandita dalla fonderia Luigi Boero di Genova che la portò a 675 kg.
Nel 1885 la campana si incrina nuovamente e viene riportata a Genova e portata a 740 kg. Alla sua installazione lavorarono il mastro Bergallo Giovanni che in seguito attivò la rinomata fabbrica di orologi ed il manovale Bosio Marcello.
Nel 1887 mancando i contanti, venne fatta tra i parrocchiani una raccolta straordinaria del rinomato olio della val maremola che rese 62 kg. La spesa fu saldata nel 1890 nuovamente con mezzo barile d'olio.
Purtroppo nel 1897 la campana maggiore si incrina e nel frattempo la fonderia Boero aveva chiuso l'attività, su consiglio di Bergallo Giobatta titolare della fabbrica di orologi la rifusione venne affidata alla fonderia dell'Ing. Prospero Barigozzi conosciuto in occasione dell'esposizione colombiana di Genova nel 1892.
La nuova campana, portata a 828 kg e dotata del nuovo ceppo in ghisa tornò a Bardino e la somma di 1958 lire fu saldata nel 1901.
Quando nel 1911 si incrinò la vecchia campana minore la sua rifusione fu nuovamente affidata alla fonderia dei fratelli Barigozzi di Milano.
Vogliamo ricordare gli ultimi campanari che si sono succeduti dal secolo scorso, De Maestri Giuseppe detto "u campanà", a cui seguirono Bosio Francesco "cappelletto", i due fratelli Raimondo Giuseppe e Francesco detti "cassarolin" , Bosio Giuseppe, Bosio Armando "Mandu da Ditta", Demaestri Pietro "bancarà" e infine Nario Bartolomeo e Alberto "u Bertu".