Gli occhi, gli sguardi, pur fissando, sono dinamici. Sono espressione del profilo cinestetico dell'autore (e attribuibili al tatto), che inconsapevolmente asserva gli occhi, strumenti del senso della vista, al suo cinestetismo dominante.
@agostinogiovanni91554 жыл бұрын
Ottimo risctruzione
@paolodm73902 жыл бұрын
Caravaggio era un soggetto di prevalenza sensoriale cinestetica. Nel dettaglio (1° grado), di tatto. Pitturare era per lui un piacere fisico, che si concretizzava attraverso l'uso della mano (tatto), durante le pennellate. Ciò si rileva dalla "fisicità" dei suoi soggetti e dal dinamismo che egli profondeva. La visione di ambienti scuri delle sue opere, lasciano intuire la sua ossessiva intenzione di farci concentrare su CHI (fisico) e COSA (dinamismo), tralasciando il resto del quadro, che potrebbe anche essere eluso. La sua attinenza sensoriale visiva generale (tipica di un pittore) era però di 2°grado, quindi solo complementare. Questa è l'anomalia più grande per un pittore che ci possa essere. Anche i colori infatti, non hanno caratteristiche da urlo, ma li espletava in modo da conformarli alla poca luce in cui si realizzavano. E la poca luce, riconducibile al colore nero, è proprio il colore che contiene tutti gli altri colori. Di 2° grado anche perché il nero è il colore più periferico delle sue opere. Nella flagellazione raffigura Gesù ben in carne e con la pancia, eppure veniva da quaranta giorni di digiuno... Ciò significa che all'interno del suo cinestetismo, la sua scelta sensoriale di 2° grado era di palato (gusto). Evidentemente quando si sedeva a tavola, si alzava solo quando aveva la sensazione fisica della pancia piena. E per finire voglio ricordare il suo carattere impetuoso e bellicoso (usare "le mani") e il delitto da lui commesso, riconducibili ancora una volta al cinestetismo come prevalenza sensoriale.
@fabiomaiorano21787 жыл бұрын
Angelo,ma si può dire che il momento migliore,dal punto di vista pittorico,sia stato a napoli? Cosa ne dici?Mi rispondi?GRAZIE
@AngeloForgioneOfficial7 жыл бұрын
È sicuramente il periodo delle sue sofferenze e delle sue paraoie crescenti, e la sua pittura era strettamente vincolata a tutto ciò. Il Caravggio non sofferente di Roma e, soprattutto, di Milano, non è quel Caravaggio che è diventato un personaggio universale e immortale.