Per affrontare il problema carceri, a mio modesto avviso, bisognerebbe sradicarne per quanto più possibile le cause che ne originano il sovraffollamento. I dati parlano chiaro, la maggior parte dei detenuti è recidivo a causa della reiterazione dello stesso reato o di altro reato e la maggior parte dei reati sono quelli contro il patrimonio. Appare ovvio che il sistema carcerario oggi non ha NESSUNO scopo riabilitativo ne tantomeno rieducativo, i colpevoli o presunti colpevoli, vengono segregati all'interno di una cella ove passano il loro tempo a raccontarsi le loro gesta, le modalità, i trucchi, i loro appoggi, le loro conoscenze e i loro "successi criminali". E se lo trovano di interesse, sognano quale "successo criminale" programmare e con chi eseguirlo quando usciranno. (Ovviamente con uomini leali e d'onore che non tradiscano e che non si pentano). La loro condizione non gli offre certo prospettive diverse. Ovvio che non può avere alcun risultato positivo l’attuale sistema carcerario Italiano e che gli stranieri risultino essere oltre il sessanta per cento dei detenuti. La mia idea di una detenzione rieducativa e riabilitativa: Basterebbe istituire l’obbligo di lavoro per i detenuti per attività di utilità Statale da svolgere internamente all'istituto penitenziario come fare coperte, scarpe e divise o esternamente, come pulire le strade, tagliare l’erba, imbiancare scuole, manutenzioni ai comparti comunali e statali, etc etc. Tutti lavori oggi appaltati a società private, oggetto di leciti dubbi sulla trasparenza e di indubbia onerosità dei costi. L’accettazione da parte del detenuto di una forma di DETENZIONE LAVORATIVA potrebbe comportare una riduzione della pena del 25% (conteggiata sui giorni effettivamente lavorativi per evitare le classiche furbizie), oppure una maggiorazione della pena del 25% per i condannati che intendessero espiare una detenzione tradizionale come quella attuale. La retribuzione dovuta al lavoratore detenuto dovrebbe essere suddivisa in tre parti: 1/3 quale contributo alle spese sostenute dallo Stato per il mantenimento, 1/3 (come tetto massimo) per risarcire la parte lesa e il restante 1/3 da ACCANTONARE e corrispondere a fine pena al detenuto con un frazionamento mensile adeguato ad offrirgli i mezzi di sostentamento durante la ricerca di un’occupazione nel periodo post-detentivo. Esempio: Per il furto di un veicolo il colpevole viene condannato a un anno di DETENZIONE TRADIZIONALE, che potrà (GLI CONVIENE LA VITA E’ BREVE) essere convertito in 9 mesi di DETENZIONE LAVORATIVA per i quali, su una retribuzione di 9.000 euro, 3.000 vanno allo Stato, 3.000 euro (max) alla parte lesa, e i restanti 3.000 andranno corrisposti al detenuto (suddivisi in 7/800 euro al mese dal momento della sua scarcerazione) affinché abbia i mezzi e il tempo per cercarsi un’occupazione. Questo sarebbe un modo per innescare il meccanismo della RIEDUCAZIONE e di avviare il percorso di una riabilitazione partecipata.
@flaviocalvo46964 жыл бұрын
Dai che siete trattati meglio di alcuni fuori dal carcere... Tra poco siete fuori e fate altre casini.. 😊 Dai su