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Su iniziativa della Pro Loco di Motta Sant’Anastasia Aps, e in collaborazione con il Comune, giovedì 17 ottobre 2024, nella biblioteca comunale “Angelo Emanuele" è stato presentato il documentario “Carmunu Carusu- u pueta da Motta”, amatissimo dai mottesi, almeno dalle generazioni più attempate.
Premesso che esistono due raccolte del poeta, pubblicate nel 1975 e nel 1997, cimelio di molte famiglie mottesi, frutto della preziosa cura dello storico bibliotecario comunale prof. Nino Puglisi, riuscito nella titanica impresa non solo di ordinare quanto dettato dal poeta vivente a poche persone che a stento sapevano scrivere ma anche di pescare nella memoria collettiva i versi tramandati di generazione in generazione, il documentario, in prima visione, risponde alla ragion d’essere della Pro Loco di valorizzare lo specifico culturale, è rivolto agli studenti del locale comprensivo “G. D’Annunzio” e alla collettività, e vuole far conoscere la gloriosa lingua siciliana (i versi in dialetto sono tradotti però, a stretto giro, in lingua italiana).
Con i testi del giornalista e socio Vito Caruso, declamati anche in dialetto dal poeta mottese Pippo Consoli, e con riprese e montaggio a cura del misterbianchese Antonio Pennisi, il video ripercorre velocemente vita (famiglia e lavoro), cita opere (l’unità d’Italia nelle 210 ottave de “A leva”, il confronto tra i regni borbonico e sabaudo nelle 86 ottave de “I dubbii”, il filosofico “I quattru elementi”, l’esilarante e teatrale “Storia du scarparu”, Storia di S. Anastasia in 82 ottave, Storia di S. Giovanni in 79 ottave, Passione di Cristo in 51 ottave, Struccioli, in risposta ad altri), mette a fuoco le caratteristiche di Carusu, definito “pueta ‘stantaniu”, perché i suoi versi escono di getto, “poeta del popolo”, nel senso che esprime pregi e difetti di ognuno di noi, “rosa selvaggia” dal letterato catanese Mario Rapisardi, e presenta alcuni brani selezionati per dare una idea della sua grandezza e suscitare la curiosità di approfondirne la conoscenza.
Carmunu Carusu, vissuto dal 1840 al 1914, per 9 anni, il 24 giugno, vincente nella gara poetica sulla vara di San Giovanni Battista a San Giovanni Galermo, aveva anche una memoria prodigiosa, al punto di riprendere le ottave declamate e recitarle esattamente ancora dopo tempo. A leva e altri componimenti, venivano recitati in pubblica piazza come vere e proprie opere teatrali, anche a cavallo di giumente. Carusu analfabeta, che ne “A leva” si permette il lusso, nel celebre amore dichiarato tra Amata e Disiatu, in questi due versi “tu mi ncantasti cu li modi tanti/ comu la fata Alcina anticamenti”, di richiamare il personaggio Alcina dell’Orlando innamorato del Boiardo e dell’Orlando furioso dell’Ariosto, una specie di Calipso e Circe, vecchia maga bellissima, simbolo della seduzione.