Testo: Sull’asfalto del viale la luna fa un lago silenzioso e l’amico ricorda altri tempi. Gli bastava in quei tempi un incontro improvviso e non era più solo. Guardando la luna, respirava la notte. Ma più fresco l’odore della donna incontrata, della breve avventura per le scale malcerte. La stanza tranquilla e la rapida voglia di viverci sempre, gli riempivano il cuore. Poi, sotto la luna, a gran passi intontiti tornava, contento. A quei tempi era un grande compagno di sé. Si svegliava al mattino e saltava dal letto, ritrovando il suo corpo e i suoi vecchi pensieri. Gli piaceva uscir fuori prendendo la pioggia o anche il sole, godeva a guardare le strade, a parlare con gente improvvisa. Credeva di saper cominciare cambiando mestiere fino all’ultimo giorno, ogni nuovo mattino. Dopo grandi fatiche sedeva fumando. Il piacere più forte era starsene solo. È invecchiato l’amico e vorrebbe una casa che gli fosse più cara, e uscir fuori la notte e fermarsi sul viale a guardare la luna, ma trovare al ritorno una donna sommessa, una donna tranquilla, in attesa paziente. È invecchiato l’amico e non basta più a sé. I passanti son sempre gli stessi; la pioggia e anche il sole, gli stessi; e il mattino, un deserto. Faticare non vale la pena. E uscir fuori alla luna, se nessuno l’aspetti, non vale la pena.