Bravissimo Roberto per questo meraviglioso documentario. Complimenti per la descrizione storica di questi luoghi. Cosi, anche coloro i quali non hanno mai avuto la possibilità di visitare queste località vengono messi al corrente del patrimonio paesaggistico e culturale, di cui la Regione Friuli Venezia Giulia possiede. Dopo di che, probabilmente chi sa quante persone decideranno anche di visitarle come turisti. Benigno
@robertotosolini779423 күн бұрын
Grazie benigno per l'apprezzamento. 🙏
@mariagraziagiglio14183 жыл бұрын
Grazie per avermi fatto sognare Trieste allorquando appena fidanzata il mio amore mi portò a visitare Trieste, ai miei occhi si presentò una Città stupenda, splendida che mi commuove ancora adesso che mio marito non c'è più. Mi ha fatto visitare Prosecco una località meravigliosa, GROTTA GIGANE, rimasi incantata. Il castello di Miramare e il Suo parco col farfallario unico nel Suo genere. Il parco Marino, sotto il castello di Miramare, dove gli alunni delle scuole primarie vanno a fare lezione con i rispettivi insegnanti per conoscere nel rispetto la vita degli abitanti del mare. Sono ritornata altre volte a Trieste, non sono riuscita a visitare S. Giusto. Adesso che non posso più andare da nessuna parte, ringrazio molto di cuore chi mi offre la possibilità attraverso questi video di poter osservare con serenità d'animo questi splendidi luoghi incantati d'Italia ricordi entusiasmanti di gioventù. Grazie di cuore.
@robertotosolini77943 жыл бұрын
Ricambio il tuo grazie altrettanto di cuore.
@tslivio3 жыл бұрын
Complimenti bel video
@robertotosolini77943 жыл бұрын
E' soprattutto grazie alla bellezza di questa natura e di questi paesaggi.
@We-imageIt3 жыл бұрын
Ben fatta, sempre bello vedere le mie zone da un'altra prospettiva
@robertotosolini77943 жыл бұрын
Mi fa piacere l'apprezzamento, ... soprattutto quando viene da una persona qualificata. Comunque quando i posti sono di per se belli, siamo già a tre quarti dell'opera.
@laprimularossa46262 жыл бұрын
TRATTATO DI PACE CON L’ITALIA (10 FEBBRAIO 1947) Le frontiere fra l’Italia e la Jugoslavia saranno determinate nel modo seguente: Il nuovo confine seguirà una linea che parte dal punto di congiunzione delle frontiere dell’Austria, Italia e Jugoslavia, quali esistevano al 1º gennaio 1938 e procederà verso sud, seguendo il confine del 1938 fra la Jugoslavia e l’Italia fino alla congiunzione di detto confine con la linea di demarcazione amministrativa fra le province italiane del Friuli (Udine) e di Gorizia; da questo punto la linea di confine coincide con la predetta linea di demarcazione fino ad un punto che trovasi approssimativamente a mezzo chilometro a nord del villaggio di Memico nella Valle dell’Iudrio;nikolic.mica1 abbandonando a questo punto la linea di demarcazione, fra le province italiane del Friuli e di Gorizia, la frontiera si prolunga verso oriente fino ad un punto situato approssimativamente a mezzo chilometro ad ovest del villaggio in Vercoglia di Cosbana e quindi verso sud fra le valli del Quarnizzo e della Cosbana fino ad un punto a circa 1 chilometro a sud-ovest del villaggio di Fleana, piegandosi in modo da intersecare il fiume Recca ad un punto a circa un chilometro e mezzo ad est del Iudrio, lasciando ad est la strada che allaccia Cosbana a Castel Dobra, per via di Nebola; la linea quindi continua verso sud-est, passando immediatamente a sud della strada fra le quote 111 e 172, poi a sud della strada da Vipulzano ad Uclanzi, passando per le quote 57 e 122, quindi intersecando quest’ultima strada a circa 100 metri ad est della quota 122, e piegando verso nord in direzione di un punto situato a 350 metri a sud-est della quota 266; passando a circa mezzo chilometro a nord del villaggio di San Floriano, la linea si estende verso oriente al Monte Sabotino (quota 610) lasciando a nord il villaggio di Poggio San Valentino; dal Monte Sabotino la linea si prolunga verso sud, taglia il fiume Isonzo (Soca) all’altezza della città di Salcano, che rimane in Jugoslavia e corre immediatamente ad ovest della linea ferroviaria da Canale d’Isonzo a Montespino fino ad un punto a circa 750 metri a sud della strada Gorizia-Aisovizza; allontanandosi dalla ferrovia, la linea quindi piega a sud-ovest, lasciando alla Jugoslavia la citttà di San Pietro ed all’Italia l’ospizio e la strada che lo costeggia ed a circa 700 metri dalla stazione di Gorizia-S. Marco, taglia il raccordo ferroviario fra la ferrovia predetta e la ferrovia Sagrado-Cormons, costeggia il Cimitero di Gorizia, che rimane all’Italia, passa fra la Strada Nazionale n. 55 fra Gorizia e Trieste, che resta in Italia, ed il crocevia alla quota 54, lasciando alla Jugoslavia le città di Vertoiba e Merna, e raggiunge un punto situato approssimativamente alla quota 49; di là, la linea continua in direzione di mezzogiorno attraverso l’altipiano del Carso, a circa un chilometro ad est della Strada Nazionale n. 55, lasciando ad est il villaggio di Opacchiasella ed a ovest il villaggio di Iamiano; partendo da un punto a circa 1 chilometro ad est di Iamiano, il confine segue la linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste fino ad un punto a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio di San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest di quota 208, che segna il punto di incontro fra le frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste. La carta, alla quale la presente descrizione si riferisce, fa parte dell’Allegato I. Art. 4. I confini fra l’Italia ed il Territorio Libero di Trieste saranno fissati come segue: la linea di confine parte da un punto situato sulla linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste, a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest della quota 208, che segna il punto d’incontro, delle frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste e corre in direzione di sud-ovest fino ad un punto adiacente alla Strada Nazionale n. 14 ed a circa un chilometro a nord-ovest della congiunzione fra le strade Nazionali n. 55 e 14, che conducono rispettivamente da Gorizia e da Monfalcone a Trieste; la linea si prolunga quindi in direzione di mezzogiorno fino ad un punto nel golfo di Panzano, che è equidistante dalla Punta Sdobba alla foce del fiume Isonzo (Soca) e da Castel Vecchio a Duino, a circa chilometri 3,3 a sud dal punto dove si allontana dalla linea costiera, che è ad approssimativamente 2 chilometri a nord ovest dalla città di Duino; il tracciato quindi raggiunge il mare aperto, seguendo una linea situata ad eguale distanza dalla costa d’Italia e da quella del Territorio Libero di Trieste.