Angelo Branduardi & Eugenio Finardi - Te voglio bene assaje

"Te voglio bene assaje" è stata presentata il 7 settembre del 1839 in occasione della festa della Natività di Maria Vergine, alla festa di Piedigrotta (citata anche dal Boccaccio).
Il successo è travolgente: almeno 180.000 sono le copielle vendute (cioè i fogli col testo e la musica di questa canzone) e - allora come oggi - non c'è napoletano che non la sappia cantare. La stragrande maggioranza degli italiani ne conosce almeno il refrain.
Questa canzone - a cui alcuni fanno risalire l'origine della "canzone napoletana" - ha avuto una tale fortuna che intorno a lei sono nate svariate leggende. Prima di tutto quelle sull'autore: sappiamo con certezza che l'autore del testo è stato Raffaele Sacco, un raffinato rimatore dell'epoca che di professione faceva "l'occhialaro", il fabbricante di occhiali. Per quanto riguarda la musica, invece, si dice che il compositore potrebbe essere stato addirittura Gaetano Donizetti, celeberrimo operista di Bergamo.
Oggi è accertato che l'autore della musica è invece un amico di Raffaele Sacco, il musicista Filippo Campanella.
La leggenda intorno a Donizetti si spiega però col fatto che la canzone napoletana cominciava a godere ormai di un grande prestigio, simile a quello della musica operistica: non a caso lo stesso Donizetti aveva scritto anche canzoni napoletane (La Conocchia; Lu tradimento; Canzone marinara).
Si dice anche che il paroliere Sacco fu rimproverato da un Cardinale per il contenuto profano della canzone e che per questo lo stesso autore ne scrisse poi versioni differenti.
Si racconta infine che questa canzone fosse così popolare che per molti napoletani era diventata una vera ossessione. Qualcuno sarebbe addirittura scappato da Napoli per togliersela dalle orecchie e dal cuore!
"Te voglio bene assaje"
Pecché quanno me vide
te 'ngrife comm''a gatto?
Nenne' che t'aggio fatto?
ca no mme vuo' vedé?
Io t''aggio amata tanto
si tanto e tu lo saie
I te voglio bene assaie
e tu nun pienze a me!
La notte tutte dormeno,
e io che vuo' durmire
Penzanno a Nenna mia
me sent'ascevulì!
Li quarte d'ora sonano
a uno, a ddoje, a tre...
I te voglio bene assaie
e tu nun pienze a me!
Ricordate lo juorno
ca stive a me vecino,
e te scorreano nzino
le lacreme accossì.
Diciste a me: Non chiagnere
ca tu lu mio sarraje...
I te voglio bene assaie
e tu nun pienze a me!
Guardame nfaccia e vire
comme song'arredutto:
sicco, peliento e brutto
Nennella mia, pe' tte!
Cusuto a filo duppio
cu te me vedarraje...
I te voglio bene assaie
e tu nun pienze a me!
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"Ti voglio bene assai"
Perché quando mi vedi,
ti impenni come il gatto?
Oh, ragazza che ti ho fatto,
che mi disprezzi tanto?!
Io ti ho amato tanto...
Se ti amo tu lo sai!
Io ti voglio bene assai...
e tu non pensi a me!
La notte tutti dormono,
ma io, che vuoi dormire?!
Pensando alla mia donna,
mi sento venir meno!
I quarti d'ora suonano
ad uno, a due, a tre...
Io ti voglio bene assai...
e tu non pensi a me!
Ricordati il giorno
che mi stavi vicino,
e ti scorrevano sul seno,
le lacrime così!...
Mi dicesti: "Non piangere,
che tu sarai mio..."
Io ti voglio bene assai...
e tu non pensi a me!
Guardami in faccia e vedi
come mi sono ridotto:
Magro, tutta pelle e brutto,
ragazza mia, per te!
Cucito con un doppio filo,
con te mi vedrai...
Io ti voglio bene assai...
e tu non pensi a me!

[@pierolucchesi-if3oz]

Grazie per averla condivisa. Gran bella versione di un classico. La Napoli che amo, e che funziona.

[@fuferito]

E, che altro da dire? Sublime. E, che tocco e dizione delicata del Maestro. Un Classico che ridiventa attuale.

[@Emmanuele_Valente]

Questo è un vero capolavoro ❤

[@Esopo11]

STUPENDI! Pronuncia quasi perfetta! Siete due grandissimi!

[@ferdinandoiidiborbone3332]

BRAVI, PER IL PATHOS NAPOLETANO...E PER LA PRONUNCIA. COMPLIMENTI.

[@mariaedithmaroca]

bravissimo!!!!

[@fubomusica]

Che spettacolo !!! Ne esiste una versione live di Finardi con Francesco Saverio Porciello alla chitarra classica che non riesco a trovare ma che è altrettanto bella !!! Applausi ...

[@MorgueSnackBar]

Corretto grazie!

[@MorgueSnackBar]

@signoredibaux Ti ringrazio Vincenzo e complimenti anche a te per la pagina su Branduardi e per i tuoi bei video!

[@Ragnoboy]

Prego!

[@Ragnoboy]

Come riportano le fonti, non "Francesco Campanella", ma "Filippo Campanella"

[@ferdinandoiidiborbone3332]

LE ORIGINI DELLA CANZONE NAPOLETANA...SONO MOLTO PIU' ANTICHE..IL CANTO DELLE LAVANDAIE DEL VOMERO...CANTATA SOTTO GLI SVEVI...ANZI CI SONO TESTI PRECEDENTI...RISALENTI ALL'ANNO 1000.

[@Ruasfo]

In genere si fa risalire a questa composizione la nascita della canzone napoletana, uno - perché il dialetto aveva oramai acquisito una sua solida identità culturale, due - perché ha fatto da apri pista nella costruzione metrica dei testi, infatti aveva stabilito la forma "Strofa - Ritornello", quella alla quale si rifaranno poi tutte le canzoni a venire... fino ai giorni nostri, anche nel genere pop.

[@architettosalvatorecorvino4971]

probabilmente la musica è di Gaetano Donizetti su testo popolare di autore anonimo, composta durante il suo soggiorno Napoletano e sul Vesuvio, località Pollena. La canzone napoletana ha origini antichissime, già sotto gli Svevi si conoscono testi e musica.