Diagnosi in psicoterapia: aiuto o ostacolo?

[@rschtls]

salve dottore, ho seguito con molto interesse questo video, perchè mi ritrovo a 27 anni, dopo circa cinque anni di problemi di umore ininterrotti e 3 di psicoterapia (cognitivo comportamentale) ad avere molti dubbi sul mio percorso di terapia. riponevo grande fiducia nel mio psicoterapetua, e ho sempre notato una certa vaghezza nell'inquadrare la mia condizione (penso voluta, per i motivi che ha spiegato lei), accennando di tanto intanto e genericamente a termini quali "depressione", "distimia" e più in generale a "disturbo dell'umore", nell'arco di questi anni. è sempre come se toccasse "appena" queste parole, e ho sempre pensato che questa vaghezza fosse parte della terapia e l'ho accettata come legata appunto al non volermi far identificare in un'etichetta. e mi andava bene. tuttavia , dopo un peggioramento costante della mia condizione da molti mesi (senza interrompere la terapia), necessito di avere delle risposte, della chiarezza sulle mie prospettive che stento ad avere. ecco, a questo punto, dopo una conoscenza approfondita, credo che dovrei essere ben informato della mia condizione e questa mancanza di chiarezza mi pone dei seri dubbi sulla mia volontà di proseguire la terapia. in altre parole, questo "mistero" mi sembra ora molto controproducente.

[@dr.matteoradavelli]

Io penso che non ci debba essere vaghezza ma intenti chiari e un'alleanza reciproca. è fondamentale che il paziente comprenda quello che il terapeuta deve dire. Da una parte il terapeuta può utilizzare un linguaggio proprio, ma che non deve restituire incertezza

[@marcuz8624]

Salve dottore. Personalmente l'etichetta mi é stata data involontariamente ad distanza di 2 anni di terapia, per via di una relazione psichiatrica. In parte mi é stato utile saper dare il nome, facendo anche ricerche personali sull'argomento. Ciò che poi ho imparato é che ogni persona ha la sua storia, quindi la definizione non può comprendere l'intero vissuto, perché comunque subentrano altri problemi esterni dall'etichetta.

[@dr.matteoradavelli]

Grazie per la condivisione della tua esperienza ☺

[@canaleYouTubeasperger]

Questi sono video di un'importanza rilevante complimenti😊 Prima di tutto bisognerebbe fare questo tipo di psicoeducazione dovrebbe esserci più a disposizione delle persone👍

[@dr.matteoradavelli]

Grazie mille ☺

[@canaleYouTubeasperger]

@@dr.matteoradavelli grazie a lei😘

[@danielasella8916]

Grazie, dottore! Ora ho capito il motivo per cui il mio terapeuta si rifiuta di rispondere a domande come queste... Mi dice spesso che non devo cercare un'etichetta, che ognuno di noi è complesso e non incasellabile. Spesso vedo video di Suoi colleghi e mi sembra sempre di avere ogni più piccolo e disparato sintomo😂... Ho pensato che il mio dottore non volesse amareggiarmi dicendomi che sono "un mostro di problemi", come mi sento spesso... Ora ho compreso il perché di tante risposte del mio terapeuta, che, di fronte a certe mie domande, sorride e mi dice "Ma Lei è proprio in cerca di una casella in cui inserirsi?". In verità no... Cerco rassicurazioni al contrario: è evidente che soffro di DOC vari, ma ho sempre paura di avere qualche altro disturbo, perché ho la testa assediata da mille dubbi, pensieri, terrori... Anche lui, come Lei, sottolinea che l'etichetta non è utile a guarire. Grazie!

[@dr.matteoradavelli]

Grazie per la condivisione. Felice che questo video ti sia stato utile

[@gabriellaz763]

Sì ok ho capito , ma ad un certo punto io vorrei sapere se soffro di una patologia ,mi serve per capire se ho delle responsabilità nel fallimento della mia vita o in qual misura . Ci sono troppe cose che non ho gestito al meglio sul momento ,anche se poi con calma rivedendo mi sono detta ecco dovevo rispondere così o non reagire in quel modo ecc.

[@danielasella8916]

Perché parla di "fallimento"? Capisco perfettamente e condivido il Suo bisogno di allontanare da sé le responsabilità degli errori ed attribuirle a qualcosa di più grande di Lei, ma è così drammatico ciò che scrive... Il fallimento della Sua vita, scrive... Qualunque disturbo Lei abbia, Lei non si identifichi con esso! Personalmente io so che la causa di tante ferite che ho ricevuto sono io stessa, con la mia natura e il mio modo di essere, ma mi rifiuto di addossarmi la colpa del disamore altrui. Allo stesso tempo, pur conoscendo almeno in parte i miei disturbi, non intendo colpevolizzarli, perché ci hanno pensato già i miei famigliari a farmi sentire come Atlante, con tutto il peso del mondo sulle spalle. Ho deciso di volermi un po' più di bene... Non pensi mai di aver fallito! Curi le Sue ferite, abbia tenerezza per sé e per la Sua vita, la guardi come un cammino... Se anche avesse imboccato la strada o mille strade sbagliate, nocive, può ancora imboccarne una sana e bella. Non molli!

[@gabriellaz763]

@@danielasella8916 non voglio addossarmi le colpe altrui (che ci sono state su questo non ci piove ) ma capire se in qualche modo io ho contribuito a far sì che accadessero ,mi permetterebbe di prendermi le mie responsabilità e forse non starei così male e accetterei la mia attuale vita .

[@danielasella8916]

@@gabriellaz763, capisco... Ciò che mi sembra più significativo, però, non è di quale patologia soffre, ma... semplicemente che soffre! L'obiettivo è guarire, riprendersi un briciolo di serenità, ricominciare. Il mio terapeuta, proprio come il dottor Radavelli, non mi permette di chiudermi in un'etichetta, che mi ingabbierebbe e basta. Mi ripete che sono una persona e che è la mia complessità come tale che va analizzata per stare meglio. È evidente che soffriamo di qualcosa... Come si chiami importa al terapeuta, a noi non è utile. Abbia cura di sé ❤️

[@gabriellaz763]

@@danielasella8916 grazie

[@dr.matteoradavelli]

Non dev'essere vietata, negata oppure osteggiata, la diagnosi. Ma dev'essere significata, ovvero inserita all'interno di una cornice di cura

[@shira4504]

Ma se il paziente la richiede esplicitamene? In caso a fine rapporto verra lasciato un foglio dove la si puo leggere o puo astenersi dallo scriverla anche li?

[@dr.matteoradavelli]

Si, si può fare la diagnosi, l'importante è che questa storia venga esplicitata. Ci sono tutta una serie di procedure, in una diagnosi, che il paziente può utilizzare per i fini previsti dalla legge. Però dev'essere comunicata come volontà all'inizio del percorso

[@shira4504]

@@dr.matteoradavelli grazie dottore

[@dr.matteoradavelli]

@@shira4504 Di nulla ☺

[@andrearodella3419]

Io credo che invece sia giusto avere una diagnosi. Io la vorrei personalmente per capire che cos'ho e che tipo di organizzazione ha la mia testa e nata da cosa. Altrimenti è come andare in ospedale coi dolori e poi il medico non ti dice cosa tu abbia, ecco non è molto trasparente. Io credo poi che sia fondamentale per iniziare anche educare il paziente a non essere la malattia e a non identificarsi con essa e questa, evitando di dare diagnosi, credo che sia una grande deresponsabilizzazione involontaria da parte dei terapeuti poiché sta a loro insegnare al ragazzo, adulto che sia a non fare questa cosa poiché fa sempre parte di bias e trigger mentali. Anche correggerlo quando dice:"Io sono borderline" oppure :"io sono schizoaffettivo". Personalmente si parla di organizzazione, adattamento mentale, funzionamento di questo tipo

[@dr.matteoradavelli]

Non sto dicendo che la diagnosi è sempre sbagliata

[@canaleYouTubeasperger]

io so perche vogliono sapere esattamente di che tipo di diagnosi si tratta ( sto 12 ore al giorno su forum di persone con problematiche psichiche ) vogliono saperlo perche' in base al tipo di diagnosi ci sono dei farmaci da prendere per certe diagnosi consigliano determinati farmaci per altre altri tipi di farmaci etc, cosa ne pensa ?

[@dr.matteoradavelli]

Si ma la prescrizione farmacologica non è in base all'autodiagnosi che si fa con "dottor" Google. Ma dev'essere fatta da un professionista. Al quale può rivolgersi per avere sia un'analisi per avere sia una diagnosi sia una prescrizione farmacologica

[@canaleYouTubeasperger]

@@dr.matteoradavelli vabbè certo intendevo la diagnosi da professionista ☺️ e a quello che mi riferisco le persone vogliono farsi fare la diagnosi perché poi in base al tipo di diagnosi dovranno prendere dei farmaci piuttosto che altri

[@agostinomarzoli4705]

Salve dottore. Non sono d'accordo con lei... Soprattutto con la sua frase di apertura al video. La diagnosi è la base della terapia. Se il terapeuta non ha chiara la diagnosi, non può progettare e mettere in atto una terapia adeguata al problema. Non esiste una terapia valida per qualsiasi disturbo. Inoltre credo che la diagnosi - oltre ad essere fondamentale per il terapeuta - sia importantissima anche per il paziente: un conto un paziente che vuole sentirsi confermata una sua idea di diagnosi (come negli esempi che ha fatto), un'altra cosa è un paziente che richiede una diagnosi perché vuole sapere cosa ha. A una tale richiesta - a mio avviso - il terapeuta avrebbe il dovere di restituirgliela... E ho appositamente parlato di restituire una diagnosi, non di affibbiare un'etichetta diagnostica... C'è una bella differenza! Ma questo è un compito che spetta proprio al terapeuta. Perché può essere importante per un paziente ricevere una diagnosi? 1. Perché lo aiuta a non sentirsi solo e senza speranze. Sapere che esistono persone con problemi e funzionamenti simili e sapere che esistono professionisti che li conoscono e li sanno trattare, è di grande aiuto. 2. Spesso non basta conoscere sé stessi ed avere una buona relazione terapeutica. La diagnosi può aiutare a capire quali sono i meccanismi che portano ad avere comportamenti disfunzionali e a creare sofferenza e quindi a lavorare per scardinarli. Ho l'impressione che l'ostilità che alcuni terapeuti hanno nei confronti della diagnosi sia una paura personale di fare più male che bene al paziente, ma questo - eventualmente - è dovuto proprio all'incapacità del terapeuta nel restituire al paziente una diagnosi in chiave terapeutica.

[@dr.matteoradavelli]

Grazie per la condivisione e riflessione ☺

[@agostinomarzoli4705]

​@@dr.matteoradavelli Grazie a lei per l'attenzione