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E` il canto che apre la classica antologia di Costantino Nigra. Il diplomatico canavesano ne identificò la storia con quella della regina longobarda Rosmunda, asserendo che forse lo stesso Paolo Diacono, autore della Historia Langobardorum, trasse contenuti e ispirazioni da qualche canto popolare antico già ai suoi tempi. Quale ne sia l'antichità, è fuor di dubbio che la sua "attualità" è ancora ben viva, e Donna lombarda è frequentemente eseguita da cantori di diverse generazioni. In questa esecuzione, ripresa durante la presentazione del libro di M. Balma e C. A. Rossi La monachella e le altre (Nota, Udine 2019), a Cegni in alta val Staffora nell'estate del 2020, incontriamo (dal min. 2) un modulo di comunicazione intergenerazionale che, ripetuto a ritroso per volte indefinite, potrebbe ricondurci, senza soluzione di continuità e per via di tradizione orale, a quei tempi remoti: un interprete più giovane viene corretto dalla voce di Paolo Lega, classe 1929 di Casanova Staffora, che poi continua a cantare insieme agli altri (suo nipote Cesare Pallavezzati, Stefano Valla, Claudio Alpegiani, Ivo Domenichella, Marco Domenichetti, Stefano Faravelli...). A registrarli, contemporaneamente a queste immagini raccolte e qui analizzate da Paolo Ferrari, si vede l'etnomusicologo genovese Mauro Balma.