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Vivere con l'emicrania cronica significa convivere con un disturbo inizialmente episodico che nel corso del tempo, nel 2-3% dei casi, cronicizza; se gli attacchi diventano almeno 8 al mese, il rischio di trasformazione in forma cronica raggiunge il 30%.
L'emicrania cronica peggiora in modo molto significativo la qualità della vita, perché il mal di testa è praticamente continuo e anche i pochi giorni senza sono vissuti dal paziente nell'attesa che si manifesti; tuttavia questi stessi problemi sono spesso definiti da chi non ne soffre come problemi nervosi, non riconoscendo ai pazienti la gravità della situazione che li affligge.
Ci sono state grandi evoluzione delle cure: sono ora disponibili i farmaci anti-CGRP, che agiscono bloccando l'attività del peptide correlato al gene della calcitonina. Gli ultimi ad essersi resi disponibili in terapia sono gli anticorpi monoclonali e i gepanti. Questi ultimi, disponibili per os, bloccano reversibilmente i recettori del CGRP inibendo i meccanismi che scatenano l’attacco.
Ne parla ai microfoni di PharmaStar il Prof. Piero Barbanti, Responsabile unità cura e ricerca su cefalee e dolore, IRCCS San Raffaele, Roma, Presidente Associazione italiana per la lotta contro le cefalee, nel corso di un meeting dedicato a questo tema.