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Alessandro Isaia, Segretario Generale della Fondazione per la Cultura Torino, racconta in un'intervista il suo percorso professionale nel mondo della cultura e l'evoluzione dell'offerta culturale torinese negli ultimi decenni.
Laureato in architettura, Isaia ha iniziato la sua carriera vincendo un bando per un corso di specializzazione in gestione e valorizzazione dei beni culturali presso la Normale di Pisa. Da lì, ha intrapreso un percorso che lo ha portato a ricoprire ruoli di responsabilità nell'organizzazione di eventi culturali di grande rilievo, come le Olimpiadi della Cultura di Torino 2006.
"Fu un'esperienza straordinaria che mi portò ad avere anche lì, per puro caso, un incarico più strutturato e anche più di responsabilità", racconta Isaia riguardo alla sua esperienza alle Olimpiadi. "Io lì a BIG assistevo a chi si occupava del rapporto con gli sponsor e le relazioni istituzionali".
Dopo aver lavorato in diverse istituzioni culturali torinesi, come la Fondazione Torino Musei e l'Abbonamento Musei, Isaia è diventato Segretario Generale della Fondazione per la Cultura Torino nel 2020, in piena pandemia. Nonostante le difficoltà, la Fondazione è riuscita a organizzare eventi di successo come il Torino Jazz Festival e il festival di fotografia EXPOSED.
"Oggi gestiamo più o meno una ventina di progetti all'anno", spiega Isaia. "Siamo un piccolo staff, non siamo tanti, siamo cinque persone in struttura più altre cinque che collaborano con noi e qui si svolgono i cosiddetti servizi generali".
Isaia sottolinea l'importanza di offrire ai cittadini opportunità di accrescimento culturale costante, mantenendo tariffe agevolate e accessibilità alle manifestazioni. Inoltre, evidenzia come Torino abbia sviluppato negli anni una grande professionalità nell'organizzazione di eventi culturali, riconosciuta anche a livello internazionale.
"Quello che mi sta facendo pensare è che probabilmente, senza averne la consapevolezza, perché questo è avvenuto nel corso degli anni, non dimentichiamoci che la città di Torino saranno 20-30 anni che investe sulla cultura", afferma Isaia. "Abbiamo sempre monitorato quello che erano le arrivi dei turisti, le occupazioni delle camere d'albergo o anche il gradimento del pubblico torinese, dei cittadini, perché non dimentichiamoci che l'obiettivo delle attività che facciamo, quello primario non è quello di portare i turistici, quello è un obiettivo che avviene successivamente, ma è offrire a tutti i cittadini l'opportunità di un accrescimento culturale costante".
Per valorizzare ulteriormente l'offerta culturale torinese, Isaia suggerisce di non abbassare il livello qualitativo e di non pretendere risultati immediati in termini di incremento turistico. Inoltre, evidenzia la necessità di migliorare i servizi complementari, come il settore food and beverage e i trasporti, per allinearsi alle grandi metropoli internazionali.
In conclusione, Isaia invita tutti gli operatori del territorio a investire tempo, energie e risorse per la crescita di Torino, sottolineando che i benefici si vedranno nel medio-lungo periodo. "Tutti quanti stiamo investendo, tutti quanti investiamo il proprio tempo, le nostre energie, chi può anche le proprie risorse, ma che tutti quanti penso che ne beneficeremo sul meglio lungo periodo e non saremmo noi, saranno i nostri figli".