Рет қаралды 225
Paolo VI, Angelus 28 novembre 1976
Il tempo ci domina. Il tempo ci genera e ci consuma. Viene e scompare. Ancorato alla religione, cioè al cardine dell’Eterno Esistente Iddio, e a noi comunicato con un modo d’essere progressivo e irreversibile, il tempo acquista un immenso valore; ed è questo il primo e fondamentale insegnamento dell’odierna meditazione: il valore del tempo; possiamo dire il valore inestimabile della nostra vita presente. Ogni ora è unica e responsabile. Ogni giorno è un dono prezioso per l’acquisto d’una vita eterna. Ogni momento è un dovere da compiere, una risposta da dare all’incombente domanda dell’Amore. «Da lontano . . . è apparso il Signore: Io ti ho amato di amore eterno» dice la divina profezia (Ier. 31, 3); e vi fa eco il Vangelo; e tu: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore».
Giovanni Paolo I, discorso ai rappresentanti della stampa internazionale 1 settembre 1978
Siamo lieti di poter accogliere già nella prima settimana del Nostro Pontificato una rappresentanza così qualificata e numerosa del « mondo » delle comunicazioni sociali, riunita a Roma in occasione di due avvenimenti che, per la Chiesa Cattolica e per il mondo intero, hanno avuto profondo significato: la morte del Nostro compianto Predecessore Paolo VI, e il recente Conclave, nel quale è stato imposto sulle Nostre umili e fragili spalle il formidabile peso del servizio ecclesiale di sommo Pastore.
Questo gradito incontro Ci permette di ringraziarvi per i sacrifici e le fatiche che avete affrontato durante il mese di agosto nel servire l'opinione pubblica mondiale - anche il vostro è un servizio, importantissimo - offrendo ai vostri lettori, uditori e telespettatori, con la rapidità e la immediatezza richieste dalla vostra responsabile e delicata professione, la possibilità di partecipare a questi storici avvenimenti, alla loro dimensione religiosa, alla loro profonda connessione con i valori umani e le attese della società di oggi.
Giovanni Paolo II, udienza generale 15 dicembre 1999
La perdita del senso di Dio ha coinciso, negli ultimi decenni, con l’avanzare di una cultura nichilistica che impoverisce il senso dell’esistenza umana e relativizza in campo etico perfino i valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita. Tutto questo spesso si realizza non in modo vistoso, bensì con la sottile metodologia dell’indifferenza che fa passare per normali tutti i comportamenti, di modo che non emerga più nessun problema morale. ome dicevo nell’Enciclica Evangelium vitae: “Siamo di fronte ad una realtà più vasta, che si può considerare come una vera e propria struttura di peccato, caratterizzata dall’imporsi di una cultura anti-solidaristica, che si configura in molti casi come vera ‘cultura di morte’”.
Francesco, discorso ai partecipanti alla quarta edizione degli Stati generali della natività, 10 maggio 2024
È poi importante promuovere, a livello sociale, una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale, per rivedere abitudini e stili di vita, rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai più giovani una speranza per il domani, come avviene in tante famiglie. Non dimentichiamolo: il futuro di figli e nipoti si costruisce anche con le schiene doloranti per anni di fatica e con i sacrifici nascosti di genitori e nonni, nel cui abbraccio c’è il dono silenzioso e discreto del lavoro di una vita intera. E d’altra parte, il riconoscimento e la gratitudine verso di loro da parte di chi cresce sono la sana risposta che, come l’acqua unita al cemento, rende solida e forte la società. Questi sono i valori da sostenere, questa è la cultura da diffondere, se vogliamo avere un domani.