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Giovanni XXIII, radiomessaggio Urbi et Orbi 21 aprile 1962
Questa santa notte di vigilia rinnova, ancora una volta, a beneficio e a letizia delle anime, i riti liturgici secondo le più antiche tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente.
Da tempo Noi conoscevamo la poesia di questa vigilia pasquale.
Nei primi, ornai lontani, dieci anni del Nostro ministero di rappresentante Pontificio nei paesi Balcanici, e precisamente in Bulgaria, regione così ricca di antichissime memorie religiose, e il cui ricordo è sempre commozione del Nostro cuore per le tante e amabili persone che vi abbiamo incontrate e che ancor rammentiamo, la Nostra dimora era così vicina alla chiesa principale di Sofia da poter seguire a breve distanza lo staccarsi dal tempio della prima fiamma dell'annuncio della Risurrezione e seguirla poi nel suo corso notturno svegliante chiarori ed esultanze nei punti principali del suo rapido tragitto, a Pleven, a Sumens, a Varna, salutata dappertutto dal Kristos vos-Kreche - Na Istina vos-Krese - Christus resurreait, che faceva sussultare le pendici del gran Balcano.
Paolo VI, Angelus 16 luglio 1967
Vada quest'oggi il Nostro ricordo all’Oriente, all’Oriente cristiano dapprima, al quale, com’è noto, Ci proponiamo, se Dio Ce lo concede, di fare prossimamente una visita: di culto a quei luoghi sacri per le molte memorie tanto legati alla storia della Chiesa, di onore alle Autorità civili e religiose, e fra queste principalmente al Patriarca Atenagora, di speranza per il ristabilimento graduale della piena comunione di fede e di carità con quelle Chiese tuttora da noi divise.
Poi il pensiero va alle Nazioni dell’Oriente vicino e lontano, dove ancora i contrasti ed i conflitti sono così tesi, così gravi e così pericolosi per la pace di quei Popoli, e, si può dire, di tutto il mondo. L’Oriente, simbolo per noi della Luce divina che sorge sul mondo, abbia i nostri voti e le nostre preghiere.
Benedetto XVI, visita alla Congregazione per le Chiese orientali 9 giugno 2007
La Chiesa universale trova nel patrimonio delle origini la capacità di parlare anche all’uomo contemporaneo in modo unanime e convincente: “Le parole dell’Occidente hanno bisogno delle parole dell’Oriente perché la Parola di Dio manifesti sempre meglio le sue insondabili ricchezze” (Orientale lumen, 28). E’ il Concilio Ecumenico Vaticano II a desiderare che le Chiese Orientali “fioriscano e assolvano con rinnovato vigore apostolico la missione loro affidata […] di promuovere l’unità di tutti i cristiani, specialmente orientali, secondo il decreto sull’ecumenismo […], in primo luogo con la preghiera, l’esempio della vita, la scrupolosa fedeltà alle antiche tradizioni orientali, la mutua e più profonda conoscenza, la collaborazione e la fraterna stima delle cose e degli animi”.
Francesco, incontro con i Patriarchi delle Chiese orientali 21 novembre 2013
Il nostro radunarci mi offre l’occasione di rinnovare la grande stima per il patrimonio spirituale dell’Oriente cristiano, e richiamo quanto l’amato Benedetto XVI afferma circa la figura del Capo di una Chiesa nell’Esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente: voi siete - cito - «i custodi vigilanti della comunione e i servitori dell’unità ecclesiale» (n. 40). Tale unità, che siete chiamati a realizzare nelle vostre Chiese, rispondendo al dono dello Spirito, trova naturale e piena espressione nell’ «unione indefettibile con il Vescovo di Roma» (ibid.), radicata nella ecclesiastica communio, che avete ricevuto all’indomani della vostra elezione. Essere inseriti nella comunione dell’intero Corpo di Cristo ci rende consapevoli del dovere di rafforzare l’unione e la solidarietà in seno ai vari Sinodi patriarcali, «privilegiando sempre la concertazione su questioni di grande importanza per la Chiesa in vista di un’azione collegiale e unitaria» (ibid.). Perché la nostra testimonianza sia credibile, siamo chiamati a ricercare sempre «la giustizia, la pietà, la fede, la carità, la pazienza e la mitezza».