Ep. 45: Luca Spadon - Visioni e sfide per una Torino laboratorio di cultura e innovazione

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Torino e Cultura

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Nel cuore di una Torino in trasformazione, Luca Spadon, presidente di Klug, una delle tre associazioni che hanno fondato Off Topic, nonché anche presidente dello spazio culturale, offre uno sguardo illuminante sul percorso della città da gigante industriale a vivace hub culturale e universitario. Attraverso la lente della sua esperienza personale e professionale, Spadon dipinge un ritratto di una metropoli in evoluzione, affrontando sfide e cogliendo nuove opportunità.
"Sicuramente oggi Torino è una città con più anime," afferma Spadon, "che ha superato, forse non al cento per cento, la sua anima industriale e che ha diversi asset di lavoro e di sviluppo." Questa transizione, lungi dall'essere un semplice cambio di guardia, rappresenta una profonda riconfigurazione del tessuto urbano e sociale della città.
Spadon identifica tre pilastri fondamentali per il futuro di Torino: la cultura, l'enogastronomia e l'università. "Uno sicuramente è o potrebbe essere il settore culturale, ad ampio spettro," sottolinea, evidenziando il potenziale creativo della città. L'enogastronomia, radicata nella ricca tradizione regionale, emerge come un altro punto di forza, mentre l'università si afferma come un motore di innovazione e rinnovamento demografico.
In questo contesto di cambiamento, Off Topic si erge come esempio emblematico di nuovo centro culturale ibrido. Spadon lo descrive come un luogo che trascende le definizioni tradizionali: "Sono spazi ibridabili, quindi luoghi in cui non vi è solo un'attività, non sono solo teatri... ma è un luogo che racchiude tutte queste esperienze, tutte queste attività." Questa versatilità riflette la natura mutevole della città stessa, adattandosi alle esigenze di una popolazione diversificata e in continua evoluzione.
La trasformazione di Torino in città universitaria porta con sé sia opportunità che sfide. Spadon enfatizza la necessità di un approccio olistico: "Come si fa questo quando si pensa a una città universitaria? Si deve pensare a 360 gradi. Quindi da un lato chiaramente la qualità dell'offerta didattica e formativa degli atenei, dall'altra la qualità della vivibilità e chiaramente anche della socialità, del divertimento." Questa visione comprensiva riconosce che l'attrattività di una città per gli studenti va oltre le aule universitarie, abbracciando l'intero tessuto urbano.
L'evoluzione degli spazi creativi e di aggregazione è un altro tema centrale nella riflessione di Spadon. "Io credo che queste siano anche trasformazioni normali, trasformazioni che sono frutto di quelle che sono poi le esperienze di una generazione, ogni generazione ha i suoi luoghi, ogni generazione trasforma quei luoghi," osserva. Questa prospettiva storica colloca i cambiamenti attuali in un continuum di evoluzione urbana, riconoscendo la natura ciclica delle trasformazioni cittadine.
Tuttavia, Spadon non ignora le sfide che Torino deve affrontare. La crescente importanza della sicurezza negli eventi pubblici, per esempio, pone nuovi ostacoli all'organizzazione di eventi spontanei e creativi. "Sicuramente ad oggi il tema della sicurezza giustamente è un tema sempre più rilevante in città, non solo in città credo, ma a livello nazionale," nota, evidenziando la necessità di bilanciare creatività e responsabilità.
Nel valutare il potenziale di Torino come incubatore di progetti, Spadon offre una prospettiva sfumata: "In questo, forse Torino, per dare una risposta, è una città un pochino più laboratorio e un po' meno incubatore, ma ha tutte le caratteristiche per essere un grande incubatore." Questa osservazione sottolinea sia il potenziale latente della città che le barriere ancora da superare.
Una delle sfide più significative identificate da Spadon è l'accesso ai capitali per progetti innovativi. "Questa è una città incredibile perché da un certo punto di vista ha molte più idee, anche molto più spirito creativo, forse ha da un lato troppo poco spirito imprenditoriale e dall'altra credo che abbia un blocco molto complesso da superare invece, lato accessibilità di capitali e di semplicità nell'accesso a un sistema finanziario," afferma. Questa tensione tra creatività e risorse finanziarie emerge come un nodo cruciale per il futuro sviluppo della città.
Nonostante le sfide, Spadon conclude con una nota di ottimismo sul potenziale di Torino: "Abbiamo delle punte di genialità incredibili, la verità è quanto siamo in grado di diciamo dare quel grip... a un sistema a volte ingessato che invece se fosse un filino più aperto, un filino più dinamico potrebbe creare un'innovazione incredibile." Questa visione riassume l'essenza della Torino contemporanea: una città ricca di talento e potenziale, in cerca della chiave per sbloccare pienamente le sue capacità innovative.

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