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Una sera nella trattoria gestita a Sala dalla famiglia di Luigino Masanta, appassionato cultore della tradizione delle Quattro Province. Fra una monferrina e l'altra con cui scalda il suo piffero, Fabrizio Ferrari spiega come nella successione dei maestri suonatori, i detentori della cosiddetta Chiave (Matapuexi, Draghino, Piansereju, Brigiotto, Jacmon), egli consideri Ernesto Sala l'ultimo rappresentante a cui ispirarsi, e ne esemplifica il suono ricco di acciaccature confrontandolo con quello più piano in uso sul versante piacentino. Intanto il ballo si va animando, specialmente grazie a un entusiasta locale, e nel bar sorgono i canti tradizionali attorno a Giuseppe Tagliani "Marciunein", storica voce acuta di Colleri u Canta. Più tardi tocca a Franco Mela "Frank", altro seguace dell'approccio tradizionalista, farsi accompagnare dalla fisarmonica di Franco Guglielmetti. Infine si improvvisa una "bagad" di ance che comprende anche Stefano Faravelli, Matteo Burrone e Paolo Rolandi.