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Il 25 aprile si celebra la festa della Liberazione, ossia l’anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
E’ necessario, però, fare un passo indietro... Ricordiamo che in Italia il regime fascista con a capo Benito Mussolini durò dal 1922 al 1943. Nel 1939, il dittatore Mussolini siglò l’alleanza con Adolf Hitler, leader della Germania nazista. Successivamente l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania e del Giappone (c.d. Paesi dell’Asse) contro il resto del mondo, ossia Francia, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Stati Uniti, detti “gli Alleati”.
Dopo 3 anni di guerra, l’esercito italiano era profondamente provato e indebolito e gli alleati anglo-americani iniziano a sbarcare sulle coste del sud Italia, ingiungendo poi l’obbligo al governo italiano di firmare l’armistizio, che porta la data dell’8 settembre 1943. Con l’armistizio, L’Italia firmò la resa incondizionata agli alleati e sancì il disimpegno dall’alleanza con la Germania nazista.
Sentendosi tradita, la Germania occupò l’Italia.
Nell'Italia del sud liberata dagli Alleati si cercava di tornare lentamente alla normalità, ripristinando l'ordinamento pre-fascista. Contemporaneamente Mussolini, liberato dalla prigionia dai tedeschi su ordine di Hitler, dette vita ad uno stato nell'Italia centro-settentrionale: la Repubblica Sociale Italiana, detta anche repubblica di Salò
Per oltre due anni, la penisola fu quindi divisa in due da una linea di confine non ben definita: tale linea continuò a spostarsi sempre più a nord durante il corso del conflitto, fino ad attestarsi per un certo periodo sulla Linea Gotica, una linea difensiva costruita dall’esercito tedesco che si estendeva da Massa-Carrara fino a Pesaro e Urbino . In seguito allo sfondamento di questa linea, l'esercito tedesco si ritirò completamente dal suolo italiano e la Repubblica Sociale fu smantellata dagli Americani, mettendo definitivamente fine al regime fascista
La Festa del 25 aprile è conosciuta anche come anniversario della Resistenza, una festività dedicata anche ai partigiani che contribuirono assieme agli alleati alla liberazione del paese.
I partigiani erano combattenti armati che non appartenevano a un esercito regolare e si organizzavano in bande o gruppi per opporsi al regime fascista, operando lontano dai centri abitati per sfruttare i vantaggi offerti dalla natura montagnosa del paese.
In Italia le formazioni partigiane si costituirono dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di militari del dissolto regio esercito. Inizialmente composta da poche migliaia di uomini, la Resistenza assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell'esercito partigiano circa 300.000 persone. Alla resistenza erano affiliate anche molte donne, le cd staffette, a cui era assegnato il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate partigiane
Le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione della Germania nazista e contro il collaborazionismo fascista, provocando così un duplice scontro: una guerra di liberazione contro l’invasore tedesco a fianco degli Alleati
e una guerra civile tra italiani, dove i partigiani si vendicarono di quanto subito nel ventennio mettendo a morte chi ancora si riconosceva nel partito fascista.
La data del 25 aprile fu scelta dal CLN perché proprio il 25 aprile,
1945 partì l'appello per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano.
A quel punto, Mussolini tentò la fuga in Svizzera unendosi a una colonna tedesca ma catturato dai partigiani fu giustiziato il 28 aprile assieme alla compagna Claretta Petacci e ad altri gerarchi.
Solitamente, il 25 aprile eventi e cortei colorano la giornata in tutta Italia, da Nord a Sud, e si sfrutta l'occasione per visite guidate nei luoghi storici delle città e pic-nic all'aperto, tra papaveri rossi, fiori simbolo dei partigiani e sulle note di “Bella ciao”, un canto popolare italiano, che però divenne inno della Resistenza solo vent'anni dopo la fine della guerra
Infatti, stando alle ricostruzioni tradizionali, "Bella ciao" si farebbe risalire a un canto intonato dalle mondine del vercellese nei primi anni del Novecento, attorno al 1906. In questa prima versione non si cantava certo di resistenze belliche, bensì dello sfiorire della giovinezza causata dal duro lavoro nelle risaie.
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