Costruito tra il 1911 ed il 1914, il Forte Montecchio Nord è l'unico forte militare italiano della Grande Guerra che abbia conservato ancora intatto il suo armamento originario e uno dei meglio conservati in Europa. Il complesso storico del Forte, ben inserito nel Sistema Difensivo della Frontiera Nord, la cosiddetta “Linea Cadorna”, è grandioso: interamente scavato nelle roccia, è caratterizzato da possenti mura in granito bianco di San Fedelino proveniente dalle vicine cave di Novate Mezzola e lavorato da mani di abilissimi scalpellini, numerosi ambienti e camminamenti sotterranei, tra cui a una polveriera profonda oltre 60 metri. Funzione principale del Forte era quella di controllare le strade dello Spluga, del Maloja e dello Stelvio nel caso che gli Imperi Centrali, violando la neutralità della Svizzera, avessero deciso di invadere il Nord Italia. La visita del Forte consente oggi di osservare le soluzioni architettoniche, tecniche ed organizzative, alcune delle quali davvero innovative per l'epoca, adottate all'inizio del secolo nell'edificazione dei forti militari. Il Forte conserva intatti non solo i quattro imponenti cannoni con una gittata di 14km modello Schneider da 149mm, in postazione girevole sotto cupola corazzata, ma anche l’impianto elettrico e tutti i serramenti e le blindature originali, oltre ai complessi sistemi di ventilazione e di approvvigionamento idrico. La struttura è formata da due blocchi distinti: il piano dove si trovano le quattro artiglierie, e il ricovero destinato agli alloggi della truppa. I due blocchi sono collegati da un camminamento curvilineo coperto e fortificato di circa 140 metri di lunghezza e appoggiato alla montagna sul lato est. Il camminamento ha un'ampiezza di 2,5 metri e un'altezza di 3 metri mentre la volta superiore ha uno spessore di circa 1,5 metri ed è realizzata con pietre irregolari di granito. Nelle mura del camminamento sono state realizzate dieci feritoie a bocca di lupo, che permettevano un ampio raggio per il tiro offrendo al nemico un bersaglio ridotto. L'area destinata al ricovero si trova nella parte più bassa del forte; in questo spazio, ricavato grazie al parziale sbancamento di una parte della collina, trovava posto la camerata destinata alla truppa, un unico locale riscaldato in grado di ospitare circa 40 uomini e altrettante brandine e armadietti per gli effetti personali. Il forte venne chiamato, al momento della sua costruzione, Montecchio Nord, in corrispondenza della località in cui venne edificato. Questo è tipico dei forti italiani che prendevano il nome del luogo in cui erano costruiti. Solo in seguito, nel 1939, il forte fu dedicato, come era in uso comune a quel periodo, alla medaglia d'oro al valor militare Aldo Lusardi, ferito a morte il 5 novembre 1935 nella zona di Addi Gundi nell'Africa Orientale italiana. Dati gli eventi bellici il forte, che costituiva il punto di forza di un complesso sistema di sbarramento che si prolungava fino al Monte Legnone, rimase inattivo durante tutta la prima guerra mondiale. Il forte non venne impiegato in azioni militari neanche durante la seconda guerra mondiale, gli unici colpi di cannone furono infatti sparati il 27 aprile 1945 contro la colonna delle forze armate italo-tedesche che risaliva l'opposta sponda del lago in direzione della Svizzera dopo aver lasciato Mussolini nelle mani dei partigiani a Dongo. L’episodio indusse il capitano della colonna Hans Fallmeyer a fermarsi, e si diede il via alle trattative con i partigiani per porre fine agli episodi di guerra nella zona del Lario. In seguito venne utilizzato come deposito di munizioni e rimase presidiato ed attivo fino al 1981, quando passò definitivamente al demanio civile. Nel 1998 il Ministero delle Finanze affidò la gestione del Montecchio al Comune di Colico, ed infine ceduto al demanio pubblico. Dal 2009 il Comune di Colico ha affidato la gestione del forte al Museo della Guerra Bianca al fine di migliorarne la fruibilità turistica.
@matteo06-287 жыл бұрын
bello lucio
@gra06727 жыл бұрын
Papà...beato te che sei andato...la prossima volta, voglio esserci...