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I videogiochi dedicati ai motori hanno da sempre attirato un numero incredibile di utenti; macchine, moto, go-kart (e chi più ne ha più ne metta) sono tutte mini-categorie che hanno in comune un solo e determinante elemento, ovvero la velocità. Il suo fascino è irresistibile e questi generi di retrogames ne sono la dimostrazione più lampante. Tra le più importanti case di sviluppo, la Sega è stata certamente una tra le prime che ha affrontato la categoria in modo importante, creando un titolo che è entrato di prepotenza nell'Olimpo dei giochi di guida (di moto, in questo caso). Il protagonista di questa Retro Recensione è Hang-On (1985), uno dei più gettonati retrogame degli anni '80. Oltre ad aver introdotto in modo definitivo il mondo delle due ruote in ambito videoludico, Sega ha voluto esagerare esibendo ben due cabinet differenti: il primo, un classico cabinato con un manubrio al posto dei classici comandi, ed il secondo (meraviglioso per l'epoca e non solo) che simula in tutto e per tutto la guida sportiva, in quanto E' una vera e propria moto.
GENERE: Moto
ANNO: 1985
CASA DI SVILUPPO: Sega AM2
PUBBLICATO DA: Sega
PIATTAFORMA: Arcade, SG-1000, MSX, Master System, Saturn, Game Boy Advance
IL SUO SEGUITO E': Super Hang-On
Hang-On ha introdotto un vero e proprio modo di gareggiare, andando contro le "normali regole" del chi primo arriva vince. Nel titolo Sega infatti l'utente parte insieme alle altre moto, ma non esiste nessun posizionamento: il vero obiettivo non è arrivare primo, bensì completare i vari percorsi entro il tempo stabilito. Gli avversari fungono solamente da intralcio durante la corsa che si divide 8 checkpoint. Al raggiungimento di ognuno di essi, il videogiocatore guadagna ulteriori 60 secondi necessari per superare il successivo tratto di strada. Sembra tutto così banale, è probabilmente forse un po' lo è. Eppure, il grande merito di Hang-On è stato quello di essere riuscito ad emozionare, regalare una sensazione di realtà che quasi nessuno era riuscito a creare prima di quel momento. Salire su quella moto era impresa assai ardua, chi ci saliva non avrebbe più voluto scendere e questo faceva sì che le code di attesa diventassero addirittura insostenibili.
Il lato grafico di Hang-On non fa urlare al miracolo, i dettagli dei fondali sono abbastanza spartani e ripetitivi, così come le moto ed i piloti, praticamente tutti uguali e solo con diverse colorazioni. Un miglior comportamento ha certamente il sonoro che ha regalato motivetti difficili da non intonare nelle ore successive alla "giocata".
Vero è che pochi retrogames degli anni '80 possono vantare il prestigio di Hang-On: forse solo Pole Position ed Out Run sono degni di un arduo confronto. Dopo l'esperienza in sala giochi, i più grandi fan poterono gustarsi Hang-On solo su Master System, mentre in tempi moderni esso è stato riproposto come mini-gioco in Shenmue (1 e 2) per Saturn ed in una collezione Sega per Game Boy Advance. Inoltre, Hang-On può vantarsi del "prestigio" di essere apparso sui mitici Gig Tiger, i videogiochi portatili della Gig che spopolavano agli inizi degli anni '90. E come si dice in questi casi: se dopo 25 anni Hang-On è ancora nelle nostre menti, un motivo ci sarà,no?