[ITA] Lovecraftesque - GDR: Scopriamoli Insieme

[@robbah7768]

Ottimo video! Lovecraftesque é un gioiello di gioco, c'è bisogno di provarlo solo una volta per accorgersene.

[@Harbrus]

I brividi a ripensare alla prima giocata :P

[@dorotealanza7640]

Bellissimo gioco, è stato un piacere provarlo

[@AloonaGames]

L'ho appena regalato a un amico e vorrei trattarlo anch'io. Bella scelta. :D

[@lucamaiorani7450]

Giocone. Portato a un GDR al Buio a Torino e ha conquistato i giocatori talmente tanto che ora vogliono tutti rigiocarci.

[@Harbrus]

Anche il mio gruppo ha avuto la stessa reazione :) Veramente un gran bel design elegante.

[@DefinitelyNotTroll69]

Bel gioco... ma non di ruolo bensì di narrativa !

[@Harbrus]

Ciao, mettere delle targhette in questo ambito di "giochi" é abbastanza difficile perché sopratutto non si é diffuso su larga scala un vocabolario comune. Quello che tu chiami gioco di "Narrativa" per molte altre persone potrebbe essere definito in altro modo, e di termini ne ho sentiti parrecchi. Alcuni hanno pure detto che non sono nemmeno dei veri propri giochi. Ovviamente non mi soffermo nemmeno su quest'ultimi. Fortunatamente solo solo pareri. Personalmente catalogo tutti i giochi che rientrano nella definizione che ti lascio a fine commento come Giochi di Ruolo, poi si possono andare a definire varie sottocategorie se si vuole. Questa definizione é stata elaborata da un amico e Game Designer, e non é in alcun modo una definizione universale ma sicuramente la reputo un'ottima definizione e punto di partenza: "Un gioco di ruolo è un gioco nel quale il giocatore ricopre uno o più ruoli all'interno di un universo narrativo ed è autorizzato a influenzare quell'universo narrativo in modo emergente." -Francesco Rugerfred Sedda. E in Lovecraftesque si ricoprono dei ruoli che influenzano l'universo narrativo: Narratore, Osservatore e Testimone.

[@Rugerfred]

In aggiunta a quanto già detto da Harbrus, alcune considerazioni che mi sento di fare sulla questione, parlando del casino che era scoppiato per il premio Gioco di Ruolo dell'Anno: - Quello che si sta spacciando per un conflitto "D&D versus Lovecraftesque" è diventato un conflitto ideologico alla velocità della luce. - Il vero conflitto alla base delle polemiche è, come al solito, "gioco tradizionale contro design contemporaneo". - Chi attacca Lovecraftesque, la giuria, il premio, o chi è contento del risultato sta difendendo con i denti il proprio paradigma. C'è gente che sostiene che "non è un gioco di ruolo se non ha il master". Se il premio "gioco di ruolo dell'anno" lo vince un masterless capisci che le proprie certezze con quel paradigma vengono scosse parecchio. - A questo si può reagire in due modi: o aggiornare il proprio paradigma, oppure tentare di delegittimare la situazione per riconfermare che "Avete visto? Non è cambiato nulla. Questo premio non cambierà il mio hobby". - Il punto è che i paradigmi giocoforza si aggiornano per forza a livello culturale. Ricordo le polemiche su Sine Requie all'epoca perché "un gioco di ruolo deve avere i dadi altrimenti non è un gioco di ruolo". Oggi nessuno si sogna più di dire che Sine Requie non è un gioco di ruolo. Come mai? Hanno aggiornato il loro paradigma, ecco come mai. - Mi colpì molto una frase di Bjarke Pedersen quando disse che "il design è il contrario della tradizione". Ed è vero: se fai le cose perché "si è sempre fatto così" non stai facendo design, stai continuando una tradizione. Il "si è sempre fatto così" è per sua natura avverso al cambiamento e all'innovazione. Un altro paio di considerazioni: - La scena del gioco di ruolo è, tra tutte le scene ludiche in cui sono in mezzo (e sono tante: boardgame, gioco di ruolo da tavolo, larp, videogioco, VR, AR, Urban games, Pervasive games, Educational games) la scena che fa più fatica a innovare e a stare al passo con i tempi per quanto riguarda le questioni di design. Manca un'alfabetizzazione ludica proprio, ed è la scena in cui sento più forte l'antielitarismo. Al punto che "ho giocato a D&D per vent'anni" per molti vale di più di "ho un master in game design & theory". - Il gioco di ruolo è tradizionalmente ancora tramandato oralmente. Quasi nessun ragazzino oggi inizia a giocare a D&D perché se lo va a comprare e lo organizza. Glielo fanno giocare altri, che l'hanno imparato prima. Questo è problematico perché, come scritto sopra, la tradizione orale è per sua natura opposta al design. La tradizione orale è "te lo insegno come l'ho imparato io" che per forza di cose va a portare avanti la tradizione. - Osservando i finalisti, nello specifico Lovecraftesque e D&D, davvero non ci si rende conto che se non hai mai giocato D&D necessita di qualcuno che te lo spieghi mentre Lovecraftesque puoi impararlo e organizzarlo in autonomia facilmente? Trovo allucinante che oggi si continui a considerare D&D un entry level. È entry level solo se te lo fanno giocare senza che tu debba manco toccare il manuale, ma a quel punto è entry level tutto. Un'altra cosa, che credo sia il vero nucleo della questione: a qualcuno da fastidio chiamare "Gioco di Ruolo" qualcosa che non rientra in quello a cui è abituato. È una questione di fastidio personale che, per fortuna, non ha nulla a che vedere con ambiti come i game studies. È un tentativo di delegittimare i giochi differenti da quelli che c'erano trent'anni fa, è un tentativo di mantenere intatti uno "status sociale" e una "purezza" di settore che non è mai esistita.