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Milena Santerini, Coordinatrice Nazionale per la lotta all'antisemitismo e Vicepresidente del Memoriale della Shoah racconta la storia della Stazione Centrale
Il 10 settembre 1943 le truppe naziste prendono possesso della città, occupandone fisicamente gli spazi e governandone le istituzioni, supportati e coadiuvati da importanti legioni fasciste. Strategicamente scelgono di occupare come base operativa l'Hotel Regina, in centro, il carcere di San Vittore, dove metteranno i futuri deportati, e la parte inferiore della stazione centrale, da cui poter far partire indisturbati i treni della morte.
La “pancia” della stazione veniva infatti utilizzata tutti i giorni dalle Regie Poste come luogo di carico e scarico, e costituiva quindi il luogo ideale in cui gestire le fasi preparatorie della deportazione: era separata rispetto allo spazio in cui viaggiava ignara la popolazione civile, ma era anche utilizzata quotidianamente per att ività in qualche modo simili; costituiva dunque il luogo del rimine perfetto.
Da qua tra il 6 dicembre 1943 e 15 gennaio 1945 partirono 20 treni diretti verso i campi di concentramento e sterminio: le operazioni venivano gestite dalle forze armate nazi-fasciste, con l’assistenza del personale della Stazione. Finita la guerra quel capitolo viene dimenticato per molti anni, e lo spazio utilizzato dalle Poste Italiane esattamente come prima.
Oggi ospita l’unico Memoriale della Shoah in Europa a sorgere nel luogo di partenza delle deportazioni.
In occasione del settantacinquesimo anno dalla Liberazione Memoriale della Shoah di Milano e ANPI Provinciale di Milano organizzano un tour virtuale tra i luoghi dell’Occupazione e della Resistenza a Milano, per conoscere meglio la storia degli spazi che siamo abituati a vivere quotidianamente e della loro rinascita.
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