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In questo video parleremo di un argomento di grammatica molto molto importante, con cui sicuramente, alcuni di voi, avranno avuto a che fare almeno qualche volta: sto parlando dei verbi che generalmente vengono chiamati “riflessivi”. Ad esempio: lavarsi, cambiarsi, salutarsi, aspettarsi… Ebbene, sapete che ci sono delle differenze tra i vari verbi riflessivi? Ve le mostrerò tutte e vi farò anche tanti esempi per mostrarvi come si utilizzano nel modo corretto.
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I verbi RECIPROCI e RIFLESSIVI in italiano
Sotto il nome di “verbi riflessivi” si possono trovare in realtà tanti diversi tipi di verbi, che non sempre hanno caratteristiche identiche, ad esempio, un verbo come “lavarsi” non si può considerare sullo stesso piano del verbo “aspettarsi”. In questo, l'Accademia della Crusca (supremo ente della lingua italiana) ci viene in aiuto, e ci dice innanzitutto che esiste una macro-categoria che comprende tutti questi verbi: quella dei verbi pronominali.
Quali sono i verbi pronominali?
Per verbi pronominali intendiamo tutti quei verbi accompagnati da un pronome.
Nel caso dei verbi riflessivi, il pronome in questione è un pronome riflessivo (la parolina “si” posposta al verbo all’infinito, che viene poi coniugata in base alla persona).
All’interno dei verbi pronominali, poi, ci sono delle sub-categorie: cioè i verbi riflessivi e quelli reciproci (ad esempio, lavarsi vs. abbracciarsi) e, all’interno dei verbi riflessivi, c’è un’ulteriore distinzione tra i riflessivi diretti e quelli indiretti.
Adesso basta con queste definizioni grammaticali astratte che sembrano una lingua sconosciuta, cerchiamo di capire bene la differenza tra tutte queste definizioni, cominciando con i verbi riflessivi che, come abbiamo detto, si dividono in due gruppi:
I verbi riflessivi diretti
Quando abbiamo a che fare con verbi riflessivi diretti possiamo sempre sostituire il pronome riflessivo (mi, ti, si, ci, vi, si) con “me stesso” o “te stesso” e così via; questo perché il pronome corrisponde veramente ad un oggetto diretto. Vediamo alcuni esempi:
Io mi lavo = io lavo me stesso.
Tu ti asciughi = tu asciughi te stesso.
Lei si è iscritta = lei ha iscritto se stessa.
I verbi più comuni e importanti che seguono questa regola sono:
Abbuffarsi
Alzarsi
Asciugarsi
Bagnarsi
Evolversi
Fermarsi
Infiltrarsi
Iscriversi
Lavarsi
Rilassarsi
Sedersi
Svegliarsi
I verbi riflessivi indiretti
Per i verbi riflessivi indiretti, invece, questa regola non vale: in questo caso, infatti, il pronome non corrisponde ad un complemento oggetto diretto, e dunque non si può sostituire con “me stesso”, “te stesso” e così via. Anzi, qualche volta questo tipo di verbo prende un oggetto diretto completamente diverso. Vediamo alcuni esempi:
Io mi aspetto grandi cose da te. (-- In questo caso, è “grandi cose” l’oggetto)
Tu ti penti di averlo fatto.
Lei si ribella alle nostre decisioni.
I verbi più comuni e importanti che seguono questa regola sono:
Accorgersi
Addormentarsi
Ammalarsi
Arrendersi
Aspettarsi
Chiamarsi
Fidarsi
Impossessarsi
Incavolarsi - incazzarsi
Mettersi
Pentirsi
Prendersi
Procurarsi
Ribellarsi
Ricordarsi
Sentirsi
I verbi reciproci
I verbi reciproci, invece, esprimono un’azione compiuta allo stesso tempo da due soggetti diversi, l’uno nei confronti dell’altro. Vediamo degli esempi:
I due bambini si abbracciano.
Marta e Giorgio si amano.
In alcuni verbi reciproci, come ABBRACCIARSI e AMARSI, il pronome riflessivo rappresenta l’oggetto diretto, e in questi casi, quindi, questo può essere accompagnato dalle espressioni “l’un l’altro”, “a vicenda”, “scambievolmente” ecc., anche se queste non sono necessarie. Ad esempio, in questo caso avremmo:
I due bambini si abbracciano (l’un l’altro).
Marta e Giorgio si amano (l’un l’altro)...
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