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Due padovani piovesi doc, Lucia Rosso e Michele Frizzarin, hanno deciso di dedicarsi del tempo staccando dal mondo del lavoro e cimentarsi nei cammini. Per il loro terzo cammino si sono ritagliati poco più di una settimana per scendere in Salento e percorrere il Cammino del Salento da Lecce a Santa Maria di Leuca con personale prolungamento sulla costa jonica per visitare ed assaporare l’accoglienza della Tenuta Ferraro a Gallipoli sede di Wigwam Salento. Così abbiamo colto l’occasione di una presa in diretta dei due protagonisti e raccogliere le loro impressioni e cercare di capire un po’ di più su questo fenomeno collettivo in forte crescita. Questo il loro diario che ci hanno consegnato.
7 marzo partenza da lecce, via dei borghi del cammino del Salento. Campagne con uliveti (malattia), muretti a secco, ruderi di vecchie masserie, chiese di campagna. A Sternatia conosciuto Gaetano, appassionato di storia locale, ci ha accompagnati al frantoio ipogeo. Parla griko, greco antico, ci racconta come si viveva e si lavorava in un frantoio, poi la storia dell olio rampante per illuminazione di Parigi e Londra, che a Sternatia molte donne facevano le refiche, donne pagate per piacere un defunto.
8 marzo da Sternatia a Corigliano d’Otranto. Lungo il percorso chiesa di San Stefano a Soleto, interamente affrescata, un bellissimo ciclo di affreschi sui miracoli e il martirio di San Stefano. A Galatina scopriamo i bellissimi affreschi del 1400 della basilica trecentesca di Santa Caterina d’Alessandria. Galatina anche...patria del pasticciotto! A Corigliano d’Otranto il bibliotecario luigi ci illustra il bellissimo castello e ci parla della rassegna di eventi culturali il castello volante, con musica, teatro, film, libri...vini...
9 marzo da Corigliano ad Otranto, arriveremo al mare! Tappa a Melpignano , suggestivo l’ex convento degli agostiniani nei pressi del quale si svolge ogni anno la notte della taranta. La biblioteca è all’interno di un ex tabacchificio, un tempo era molto diffusa la lavorazione del tabacco in queste zone. Zona di menhir.
10 marzo . Molto vento di scirocco. Affrontiamo il percorso sulla bellissima scogliera , paesaggio strepitoso, torri (Sant’ Emiliano), prati, scogli,...il faro di punta Palascia è il luogo più ad est d’Italia! Suggestivi la cava di bauxite, il porticciolo di porto Badisco. A Santa Cesarea terme conosciamo Alessandro che ci racconta del suo podere, don monaco, e dell'allevamento di capre dal cui latte ricava anche uno yogurt speciale che assaggiamo!
11 marzo da Santa Cesarea a Marina di Serra. Oggi giornata ventosa e a tratti piovosa . Verso castro il sentiero si snoda tra prati e antiche masserie. Centinaia di orchidee sono disseminate nei prati che attraversiamo. Suggestivo il borgo di castro, al porto vecchio il mare è molto agitato, onde altissime si abbattono sulla scogliera. Nel pomeriggio esce finalmente il sole, ci asciughiamo! I colori sono meravigliosi. Nel sentiero a mezzacosta verso Tricase una antica cripta con chiesa dedicata alla madonna Attarico. Questo nome deriva forse da aktarikos che in greco significa conceria . Le concerie di pelli erano un tempo frequenti in queste zone, serviva il tannino per conciate appunto il pellame, ricavato dalle querce.
12 marzo da Tricase a Santa Maria di Leuca . Tappa tra Tricase e Tricase Porto alla quercia vallone, davvero antica, ha 900 anni! Da Tricase porto attraversiamo il sentiero del nemico, una ripida salita, finché arrivati a Tiggiano scopriamo una festa davvero curiosa, dedicata al patrono Sant’Ippazio! Tradizionale vendita di carote rosse, festa religiosa folkloristica con alzata del palo, dolci e oggetti che richiamano l’organo maschile, di cui Sant’Ippazio sembra essere il protettore....il laboratorio pasticceria Aurelia con i suoi prodotti di qualità e l'impasto con lievito madre è davvero da provare! Bellissimo il palazzo baronale Serafini Sauli con interessante museo sulla civiltà contadina locale. Attraversiamo altri piccoli borghi finché eccolo in lontananza, il santuario, punto estremo d’Italia. Tappa lunga e densa di tante cose belle, che con un ultimo sforzo ci permettere di raggiungere, attraverso la scalinata monumentale di 283 gradini, dopo circa 150 chilometri, il santuario di Santa Maria di Leuca al de finibus terrae, dove la terra diventa mare.