Il lupo della frontiera (1952) di E. Anton, con Piero Lulli, Tamara Lees, Maria Frau, F. Guerzoni

Nel 1952 era uscito con buon successo nelle sale cinematografiche il film "Son tornata per te", meglio conosciuto come "Heidi" di Luigi Comencini. E' indubbio che "Il lupo della frontiera" di Edoardo Anton, uscito nello stesso anno, possa esser accostato a quella pellicola. Il contesto alpino/montano e la presenza di bimbi e cani-lupo e' la stessa ma Anton era un noto sceneggiatore oltre che un buon conoscitore dei meccanismi narrativi polizieschi: suo era stato uno dei primi romanzi gialli italiani ("Il mistero della casa crollata", 1936). Decide cosi' di girare "Il lupo della frontiera' per scommettere sulla sua capacita' di regista, ma ci mette tutta la sua esperienza per costruire un film popolare a basso, bassissimo costo (lui stesso interpreta uno dei personaggi), con buon ritmo drammaticoe e girato con tante scene in esterno (probabilmente sul Carso e sullo fondo delle Dolomiti). La sua storia non puo' avere il buonismo di "Heidi"; i cani ad esempio subiscono la violenza dell'uomo (uno verra' soppresso solo per aver fallito la sua missione di caccia all'uomo, un altro frustato per mero sadismo, il 'lupo' protagonista del titolo sara' ferito da un colpo di pistola). Ma e' proprio sulla figura del bambino che la sceneggiatura di Anton fa la differenza: siamo dunque in pieno periodo di Guerra Fredda e il film narra una storia di spie e sabotatori (oggi si chiamerebbero "terroristi"). Il bambino protagonista della vicenda, Enrico, e' un ingenuo pastorello che si domanda alla fine della pellicola "Che cosa e' il progresso, cosa sono le frontiere..." prima dell'epilogo drammatico che ci attendiamo. Il confine raccontato da Anton non viene mai svelato ma dovrebbe essere esser quello della Jugoslavia di Tito, mentre uno dei due 'cattivi' del film ammette di soffrire di incubi notturni quando rivede i morti che erano "sopra" e sotto" di lui. E' questa una allusione velata all'innominabile tragedie delle "Foibe"? Insomma il racconto costruito da Anton sembra suggerire alla fine una morale pacifista e anti-militarista che ci sorprende se vista nel contesto di quel tempo. Infine, da menzionare, nel film, anche la bella e altera Tamara Lees, attrice britannica ma famosa in Italia per i tanti film melodrammatici e polizieschi da lei interpretati proprio fra gli anni Quaranta e Cinquanta.
La copia di questo film e' davvero in ottimo stato grazie al recupero fatto da Mediaset nel 2021. La registrazione del file pubblicato e' personale e puo' esser ritirata in ogni momento in caso di sfruttamento commerciale degli aventi diritto. Buona visione!

[@giannamancin1556]

Bellissimo

[@myclassicmovies]

Grazie Gianna!

[@gianni2.019]

Molto bello grazie

[@myclassicmovies]

Grazie a te Gianni!

[@alessandrovaccari782]

da accostarsi anche a Marcellino pane e vino. Che depressio

[@lorellamastrangelo1545]

Sarebbe stato un bel film anche senza la morte del bambino....che stupida scelta....