(Da "La decrescita: le ragioni della qualità", di Maurizio Pallante, ADISTA documenti n° 39 del 3/11) «...ci hanno messo in condizione di credere che non saper fare nulla sia un progresso rispetto alla situazione precedente, quando le persone producevano una serie di beni senza essere costretti a comprarli. Mi raccontava un giornalista di Report che, negli anni ’60, le donne pugliesi si vergognavano di far sapere che facevano in casa le orecchiette. Per quale motivo, infatti, uno dovrebbe farsi le orecchiette in casa? È chiaro: perché non ha i soldi per comprarle! Perché è povero! E quelle stesse donne, la domenica, per far vedere che avevano raggiunto il benessere, misurato ovviamente in denaro, ostentavano il fatto di andare a comprare la pasta prodotta industrialmente al posto di quella che producevano in casa… Quando uno non sa fare nulla, deve comprare tutto. E chi deve comprare tutto fa crescere il Prodotto interno lordo più di chi sa fare qualche cosa e può evitare di comprarla. Ma chi deve comprare tutto non ha nessuna autonomia nei confronti del mercato. Io amo ripetere che chi abita in città appartiene alla categoria meno evoluta della specie umana, perché, nel caso in cui chiudessero negozi e supermercati, nel giro di tre o quattro giorni, dal momento che è incapace di tutto, morirebbe di fame. Al contrario, le persone che sono capaci di fare delle cose hanno una maggiore autonomia rispetto al mercato. C’è un filosofo americano, Richard Sennett, un allievo di Hannah Arendt, il quale sostiene che la caratteristica che distingue gli esseri umani da tutti gli altri esseri viventi è la capacità di usare le mani sotto la guida dell’intelligenza progettuale. La specie umana è l’unica che sa fare queste cose. Anzi, Sennett sostiene un’altra cosa ancora, e cioè che non soltanto è importante saper muovere le mani sotto la guida dell’intelligenza progettuale, ma che lavorare con le mani, attraverso le loro due funzioni fondamentali, la prensione e il tatto, manda al cervello una serie di input molto più precisi di quelli trasmessi dalla vista, e che pertanto la persona che è in grado di utilizzare le mani sviluppa delle capacità intellettive superiori a chi non sa fare nulla. Il secondo aspetto della decrescita felice consiste esattamente nella capacità di riconquistare quelle abilità manuali che consentono di non essere completamente dipendenti dal mercato. Nella Grecia della crisi, cioè in una condizione di difficoltà economica generalizzata, si sta verificando uno spostamento della popolazione da Atene alle isole, dove molte persone che non hanno più accesso al mercato, ricominciano da capo autoproducendo ciò di cui hanno bisogno.»
@assuntaparrella77366 жыл бұрын
Sono d'accordo ..io anche vivendo a Milano,ma sono campana..il pane ancora adesso me lo faccio a casa con il lievito madre..anche pizza cavatelli e tagliatelle..quando riesco faccio tutto a casa