Il Patteggiamento è una truffa?

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IL patteggiamento è una truffa?
Ne parliamo in questo video.
La parola alla Difesa.
La domanda nuda e cruda è: il patteggiamento è una truffa?
Ma cosa significa patteggiare?
Te lo spiego in parole semplici.
Lo Stato dice: se tu NON mi fai perdere tempo con un processo penale lungo e faticoso per i Giudici, e dispendioso per la macchina della giustizia, io ti confeziono un bel pacco regalo: venghino signori venghino: sconto di pena, niente spese processuali, niente risarcimento del danno per la parte civile, niente pene accessorie e - udite udite - se la pena è sotto i due anni niente CARCERE.
Effetto “WOW”. Insomma, un affarone.
Ma sei sicuro che sia un affarone?
Attenzione non ti sto dicendo che per partito preso tu non debba mai patteggiare - anche io quando il caso lo richiede cerco di patteggiare seppure raramente - ti sto dicendo soltanto che bisogna capire bene se sia un affare o no.
Ebbene, il patteggiamento è un affarone?
E se sì è un affarone per te o per lo Stato?
Pensaci bene, se tutti i processi fossero celebrati MA DICO PROPRIO TUTTI l’autostrada della Giustizia sarebbe bloccata perché essa non avrebbe risorse per poter celebrare tutti i processi lunghi e dispendiosi.
La verità è che, nel caso tu sia innocente, patteggiando tu stai facendo un piacere allo Stato perché gli stati pagando una tassa occulta. E sai con che cosa stai pagando? Stai pagando quella tassa con la tua vita.
Sì perché patteggiare significa che rinunci a celebrare il processo, a difenderti, e a dimostrare la tua innocenza.
Mio padre mi diceva sempre: quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima.
Come sai il diavolo prima o poi ti viene a cercare perché vuole riscuotere il suo credito… e tu sei in debito con lui.
Ma perché, in alcuni casi, il patteggiamento potrebbe rivelarsi una truffa?
Voglio raccontarti una storia.
Questa è la storia di un marito e padre modello. Piccolo imprenditore di successo, aveva ereditato l’azienda dal padre, e ogni giorno si spaccava la schiena per assicurare pane e benessere alla moglie e alla figlia.
Purtroppo l’idillio da famiglia da mulino bianco finisce perché la moglie (che non lavorava e spendeva i soldi del marito mentre lui era a sudare lacrime e sangue) si innamora di un altro uomo e decide di lasciarlo.
Nascono litigi e conflitti e la moglie, per fargli lasciare la casa coniugale (una bella villa fuori Milano), lo denuncia per violenze domestiche.
Da parte dell’uomo subentra la depressione per un matrimonio andato male e per l’accusa ingiusta.
Il solo pensiero di dover affrontare il processo penale lo terrorizza, gli fa mancare l’aria.
Così decide di buttarsi quella storia dietro le spalle e decide di…indovina un po'? Hai capito bene…decide di patteggiare.
Patteggia 8 mesi di reclusione con pena sospesa, che significa neanche un giorno di carcere.
Fine della storia con questo bellissimo lieto fine? Purtroppo no.
L’uomo si rifà una vita ma incontra una donna sbagliata che a fini estorsivi lo denuncia strumentalmente per violenza sessuale.
Viene nel mio studio e mi dice con gli occhi pieni di lacrime: “Avvocato io non ho commesso questo reato e non voglio patteggiare come ho fatto 4 anni fa. Questa volta non baratterò la mia innocenza con un foglio di carta”.
Ricordi quando ti ho detto che il diavolo ti presenta il conto?
Devi sapere che se vieni condannato per un altro reato entro 5 anni dal reato precedente allora il patteggiamento salta e, quindi, in caso di condanna, tu paghi sia la pena patteggiata sia quella per il nuovo reato.
In altre parole vi era il rischio che quell’uomo, se fosse stato condannato, sarebbe potuto finire in galera.
Ma quell’uomo, che era diventato un mio assistito, aveva capito la lezione. Non avrebbe barattato per la seconda volta la sua vita, ma avrebbe dimostrato al Giudice la sua innocenza.
Quando mi disse: “Non baratterò più la mia innocenza” vidi nei suoi occhi non più le lacrime ma un fuoco di speranza e di orgoglio. Era caduto una volta nella truffa del patteggiamento ma non sarebbe successo una seconda volta.
E io lo avrei sostenuto ed aiutato ad alzarsi come suo avvocato difensore.
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