Tratto da "Incontri di Indro Montanelli" del 1959,
Пікірлер: 33
@arturobandini15998 жыл бұрын
Televisione come organo di divulgazione culturale alleggerita da una sana e lieve ambra d'ironia. Che bello! E poi Moravia vorrei non averlo mai letto per poterlo leggere ancora con lo stupore della scoperta..
@lavisworld54345 жыл бұрын
Arturo Bandini esatto 😭
@perasperaadastra3245 жыл бұрын
Condivido. Adoro Moravia (e queste costruttive trasmissioni, oramai andate)
@AlfonsoAnania6 жыл бұрын
che simpatici, autoironici, divertenti, moderni, eterni ragazzi. Grazie
@antoninopio745 жыл бұрын
Verso il quarto minuto si vede accanto a Montanelli il suo cane gomulka..la storia di quel cane fu scritto dal giornalista stesso in un articolo magistrale
@alask15 жыл бұрын
Ma pure nel '59 i call center frantumavano le palle?
@diegoferrero7657 Жыл бұрын
Ma va' erano interruzioni in questo caso realizzate ad hoc x le riprese nell'abitazione del letterato..
@ornellaguidotti3072 Жыл бұрын
Moravia ha scritto libri sempre degni di ammirazione
@canemorto11422 жыл бұрын
Fantastico super contemporaneo
@ornellaguidotti3072 Жыл бұрын
Montanelli era un'uomo molto signorile....entrambi due persone non banali
@cesaremanfredi79262 ай бұрын
Il padrone .. .. Altri tempi davvero .. Adesso ti fanno vertenza per molto meno
@andrealasagni3231 Жыл бұрын
Prof minister dottore master
@filippobonanno7972 жыл бұрын
proprio quando si dice "era mejo quanno era peggio"
@olmaleo6 жыл бұрын
Due falsi miti dai quali ce ne sono piovuti altrettanti. Terribile ammetterlo, ma sono due personaggi meccanici, scarsamente pensanti e ripensanti, emblemi poveri di poca inventiva e di poco pensiero, che si confrontano nel nulla e sul nulla in questa scena malamente organizzata. Anche solo all'orizzonte sentite qualcosa che valga la pena di prendere in considerazione... Non meritano neanche un punto interrogativo, c'erano Montale, Calvino, Ungaretti, Gadda e Pasolini vivi allora (per tacere di tanti altri).
@lucaviti6 жыл бұрын
Trovo ingeneroso definire Moravia poco pensante. Nel novecento italiano nessuno come lui è riuscito a ridare alla letteratura una più precisa e analitica raffigurazione della crisi epistemologica. Tolto il disfacimento dei valori borghesi e la vuotezza dell'esperienza umana (che possiamo anche trovare in Buzzati), e preso in considerazione solamente quello filosofico, la definizione di un concetto come quello della "noia" non ha pari fra gli scrittori italiani. L'incomunicabilità e l'assenza di legami con la realtà e dunque il ritorno a una istintività alle volte erotica e sensuale alle volte crudele e avida, è forse la più lucida analisi dell'uomo novecentesco, ultimo postulato di una lunga serie di teorie che partono da Baudelaire (la città infernale) e passano per Nietzsche, Pirandello, e alla frammentazione vociana e alla disillusione del mito dell'uomo eroico nella guerra romantica. Gli esempi da lei portati (a parte Gadda, ma la mia opinione è opinabile, io sono in accordo sull'idea che aveva di lui Gianni Brera) sono insindacabilmente pietre miliari della letteratura, ci mancherebbe... Ma io Moravia, tra loro, lo inserirei eccome.. Sulla scena, io l'ho trovata dolcissima, forse perchè ho un amore spassionato per Elsa Morante...
@lucaviti4 жыл бұрын
@LEZIONI DI STORIA Buonasera, la ringrazio per la domanda - chiarifico. Non amo particolarmente Gadda, pur riconoscendone una capacità e una competenza di linguaggio straordinarie - incredibilmente in linea con quelli che sono i miei gusti letterari eppure un po' sciapo al mio palato. Se ho sottovalutato, è stata una sottovalutazione "soggettiva", non mettevo certo in dubbio la grandezza di Gadda. Per quanto riguarda Gianni Brera, egli non criticava in sé Gadda (o meglio, non del tutto) ma si piccava per il continuo paragone fra i due stili - fisiologico per certi versi, perché entrambi molto funambolici e fantasiosi, soprattutto portati a ricorrere a dialettismi e neologisimi. Brera si piccava del paragone perché sosteneva che Gadda ne abusasse senza alcuno scopo utilitaristico, solo aleatorio e molto "accademico"; e dunque ogni inezia, nei suoi romanzi, prendeva parabole descrittive siderali senza un vero motivo. A differenza di Gadda, Brera, invece, faceva opera di "artigianato"; ovvero, scrivendo di uno sport che ancora non aveva un linguaggio e una retorica consolidati, il ricorso all'inventiva e al dialetto gli erano obbligatori per definire cose che non avevano una corrispondenza nel vocabolario d'Italiano. L'uno sfruttava una lingua per mimare il garbuglio oscuro dell'intimo umano, l'altro faceva l'opposto, chiarificava qualche cosa che mancava di linguaggio. (Il passaggio preciso nel quale Brera ne discute è contenuto all'interno del saggio intitolato - se non ricordo male - "Il redefossiano", il secondo articolo della raccolta "Il più bel gioco del mondo. Scritti di calcio (1949-1982)")
@federicobaccinetti87473 жыл бұрын
Montanelli sapeva meglio degli italiani cosa è l'Italia e cosa gli italiani sbagliano, questo è il dramma, Altroché il tuo fazioso sproloquio. Da socialista democratico non si può ritenere a mio avviso Montanelli un non pensante. E l'Italia di allora era meno politicamente corretta di oggi (tant'è che onestamente viene ammesso di essere ignoranti, in più dire cameriera e non assistente era la norma allora. Non si può giudicare le cose passate con gli occhi di oggi...)
@maxpower20933 жыл бұрын
@@lucaviti evidentemente il signore di prima non ha mai letto moravia
@Ekphrasys2 жыл бұрын
@@maxpower2093 il signore di prima non sa manco cosa ha scritto....🤦♂️