Infermiere IBD/MICI: dal ruolo educazionale al coinvolgimento motivazionale dei pazienti

Nell'intervista con il DR. Daniele Napolitano (Care Manager IBD CEMAD, Fondazione Gemelli IRCCS) un approfondimento sulla parte Nursing all'interno della seconda edizione del Corso ECM “UPDATE SULLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI”.
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"“Anche quest'anno siamo qui al congresso delle malattie infiammatorie croniche intestinali della Fondazione Policlinico Gemelli per la sessione del Nursing Approach. È la seconda edizione e quest'anno abbiamo infermieri esperti e competenti da tutto il territorio nazionale: infermieri da Milano, Feltre, Udine, Padova, ma anche da Napoli, da Roma e quindi dare un'impronta su quelle che sono e che è sicuramente la figura dell'infermiere IGBD, ma non come un racconto della propria competenza, ma entriamo un po' più nel vivo e quindi parliamo di ambiti sempre più specifici e di peculiarità in cui gli infermieri garantiscono livelli di qualità, di assistenza e naturalmente favorendo il percorso clinico del paziente nella multidisciplinarietà.
Questo è fondamentale ed è il momento in cui l'infermiere debba farsi riconoscere per le proprie competenze. Stiamo in un momento storico in cui sicuramente questa fase è pronta e matura per sbocciare anche con il supporto di IGBD che riconosce in noi un ambito professionale essenziale per standard di livello nazionale, ma anche internazionale. Parleremo delle società scientifiche, del tele-nursing, parleremo della gestione dei nuovi farmaci, ma anche della multidisciplinarità e di tutti quegli ambiti che riguardano la gestione degli screening, del follow up e dei supporti vitaminici dei pazienti, ambiti in cui gli infermieri ormai sono garanti di una qualità assistenziale che grazie alla competenza e alle conoscenze che ormai abbiamo sviluppato supportano il paziente in tutto il percorso clinico assistenziale."
"Un ambito sicuramente molto importante e anche molto trattato, credo, all'interno del vostro programma è quello della nutrizione del paziente..."
"La nutrizione, oltre ad essere un ambito altamente specifico dove specialisti, come nutrizionisti e dietisti, danno il loro supporto, sicuramente a livello educazionale gli infermieri possono dare una spinta al paziente e un coinvolgimento anche motivazionale.
Mi viene da pensare alla food literacy, molti pazienti hanno delle carenze conoscitive proprio degli elementi essenziali della nutrizione in cui l'infermiere nel rapporto in pari che stabilisce col paziente può certamente supportarli con informazioni, dépliant e anche curiosità.
Naturalmente è importante tutto il ruolo educazionale di chi è vicino al paziente, quindi il supporto anche alla multidisciplinarietà anche in questo ambito è essenziale per avere un beneficio finale per il paziente.
Ma poi non dimentichiamo tutto quello che è il supporto vitaminico, le carenze, quindi la malnutrizione dei pazienti e quindi il monitoraggio di alcuni elementi come le carenze di ferro, di vitamina D, ma anche altri tipi di supporti come anche l'uso di probiotici, può essere una peculiarità dell'infermiere e quindi un supporto ulteriore al paziente in concomitanza del supporto di altri specialisti più specifici del settore."
"A volte arrivano al vostro centro dei pazienti all'ingresso, all'inizio, della cura che già presentano dei fenomeni di denutrizione. Quali sono i più comuni?"
"Assolutamente. Oggi nel nostro centro IBD la consulenza con il nutrizionista e il dietista è un passo obbligato per tutto il follow-up del paziente. Alla prima visita, quando viene fatta la diagnosi, immediatamente, subito dopo viene pianificato, grazie anche al supporto dei care-manager, una visita nutrizionale come del resto anche altre visite, come quella psicologica ma anche altri tipi di specialisti, che deve inquadrare qual è lo stato nutrizionale del paziente, numero uno, deve gestire il livello di educazione, la food literacy come dicevo prima, la deve migliorare e deve essere di supporto laddove ci siano carenze. Quindi anche un supporto a distanza, dove il paziente possa, grazie all'uso di integratori e di supporti nutrizionali, avere un riferimento in caso di bisogno. Immaginiamo un paziente che comunque in fase severa di malattia ha 20-30 scariche di diarrea al giorno, un supporto anche lì e un parere importante di una persona esperta può essere di aiuto e sicuramente può facilitare la fase di remissione della malattia.”
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