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Tracciato nella roccia sul fianco del Monte Ingino e sovrastante la gola scavata dal torrente Cavarello nel corso del tempo, questo antico acquedotto inizia da quella grande conformazione rocciosa che a Gubbio si dice “La Caldara”.
Alcune fonti, riconducono la sua costruzione ai Monaci Olivetani del Convento di San Pietro, ma non possiamo escludere che sia molto più antico.
Come non sappiamo se i profondi intagli, scavati nella parete rocciosa del Monte Ingino, che potete vedere nelle immagini, ospitassero condutture di terracotta.
Il taglio più profondo ed evidente, è quello che si trova proprio nella parete della “Caldara”, dove si trova anche una cavità verticale, denominata nel Catasto Speleologico Regionale, “Pozzo di Sant’Ubaldo”.
Salendo ancora verso il monte, si può trovare quella, che con molta probabilità, era la sorgente che alimentava in maniera costante questo antico acquedotto.