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Marco Travaglio ripercorre nel suo editoriale per Servizio Pubblico la storia della ferrovia Torino-Lione e illustra le conseguenze del progetto Tav. Il Tav è dannoso: lo è per le casse dello Stato e per le tonnellate di rifiuti (tra cui l’amianto) che verranno prodotti durante i lavori di costruzione.
Alta voracità
“Il Tav nasce 21 anni fa, quando era appena caduto il Muro di Berlino. Al governo c’erano Andreotti e Cirino Pomicino, alle Ferrovie Lorenzo Necci. Poi guarda caso Tangentopoli li ha spazzati via tutti” spiega Travaglio andando indietro nella storia della nostra Repubblica fino al 1989. Sempre Travaglio, in un altro editoriale, spiegava i motivi del suo No al Tav: “E’ un progetto nato morto e verrà spazzato via. Ovviamente non sono contro l’Alta velocità in generale. C’è gente che dice che dipendesse da noi non avremmo fatto la Milano-Salerno. Che c’entra? La Milano-Salerno è usata dai passeggeri, è fatta per arrivare prima. La Tav Torino-Lione è per le merci, per farle arrivare mezz’ora prima. E per fare questo noi sventriamo un’intera valle. Con tutti i rischi ambientali che ne derivano, spendendo 20-24 miliardi di euro. E il cantiere che finirà nel 2035”. Chiosa su Caselli: “Sta perseguendo alcune persone che hanno commesso violenze sul posto. Cosa c’entra con la bontà o meno del progetto?”