Рет қаралды 2,882
Nella primavera del 2015, la sezione lavoro del Tribunale di Milano ha organizzato un convegno nell'aula magna del palazzo di giustizia, sul contenuto degli atti giudiziari tra la sintesi e l'efficacia.
In quell'assemblea, tra magistrati e avvocati, è stata decisa la creazione di una commissione mista di studio, fortemente voluta dal presidente della sezione lavoro del tribunale dott. Pietro Martello.
Questa commissione di studio ha elaborato due documenti con le cose da fare nella predisposizione di un atto e le cose da evitare.
Il problema della prolissità degli atti è diventato drammatico con la rivoluzione informatica. Adesso scrivere comporta una fatica ben minore rispetto a prima. Ma la fatica di leggere è rimasta sempre la stessa.
Moltiplicare in modo inutile le pagine degli atti significa ingolfare gli uffici giudiziari, appesantire il processo telematico e intralciare le stesse attività degli avvocati avversari. Chi scrive tanto, e inutilmente, non ha rispetto degli altri e di se stesso ma soprattutto danneggia se stesso, perchè rende più difficile la comprensione del proprio atto e delle proprie ragioni.
Nella predisposizione degli atti occorre, come diceva il titolo del convegno, avere sintesi ed efficacia. Quella sintesi ed efficacia propria dello scrivere di Giulio Cesare nel De Bello Gallico con il suo "veni, vidi, vici" o di Manzoni che, nel narrare la licenziosa condotta della monaca di Monza, si limitò semplicemente a dire "E la sventurata rispose". I documenti della commissione mista Magistrati avvocati sono riportati nel sito dell'avv. Biagio Cartillone al seguente indirizzo: www.biagiocarti...