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Grazie a questo video fornitoci da Alessio Patriarca riviviamo le emozioni e i sentimenti della Processione del Venerdì Santo ceccanese. Una processione tradizionale ricca di storia e sentita da tutti i ceccanesi. Di seguito troverete una riflessione del parroco don Tonino Antonetti.
"Quest’anno durante la celebrazione liturgica del Venerdì Santo la nostra comunità cristiana di Ceccano subirà un danno nel danno.
Da sempre il Venerdì santo è stato per la comunità Ceccanese “cuore di tutto l’anno liturgico” ( termine improprio ma rende bene l’idea) ognuno in questo giorno e in particolar modo durante la processione del Cristo morto e dell’Addolorata attinge forza spirituale per ricaricare la propria fede.
Il Venerdì santo qualsiasi cosa posso accadere, il Vero ceccanese scende in strada per dare il suo saluto alla mamma di tutte le mamme, quest’anno invece non sarà così per la prima volta nella storia di questa comunità.
Questo non lo si può comprendere se non si è ceccanesi o se non si è vissuto almeno una volta nella vita questa esperienza spirituale.
Arrivato in Ceccano ormai Otto anni fa la prima cosa di cui sentii parlare con trasporto, affetto e commozione fu proprio della suddetta processione , tra me e me pensai che per quanto bella potesse essere, sicuramente non sarebbe stata molto diversa dalle altre processioni alle quali avevo partecipato da giovane seminarista e poi parroco nelle varie città della diocesi. Tutto questo venne smentito il 29 Marzo 2013 quando partecipai per la prima volta a questo cammino penitenziale (curato per secoli dalla Confraternita dell'Orazione e Buona Morte, che indossava allora il classico cappuccio calato) animato da canti, ceri, confraternite e austeri stendardi. Più precisamente capii di cosa si trattasse quando scesi dalla piazza del castello, passato l’imponente arco che affacci su piazza XXV Luglio vidi un oceano di persone, uno scenario simile lo avevo visto solo nelle udienze dei Papi in Piazza San Pietro.
In quel momento capii cosa significasse veramente il Venerdì Santo per la città di ceccano e il perché di quella commozione e trasporto nei tanti racconti ascoltati.
Quest’anno non potremo vestire la statua dell’Addolorata come avviene ogni giovedì santo, non potremo fare la consueta predica dalla loggia del palazzo Gizzi e la benedizione con l’antica Reliquia della Santa Croce custodita nella collegiata di San Giovanni Battista, non vedremo il gioco dei cerchi di fuoco di viale della Libertá che richiamano l’antico duello tra morte e vita.
Insomma sarà sicuramente un venerdì santo unico nella storia che sconvolgerà non poco la vita di ogni fedele ceccanese."
don Tonino Antonetti