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La Madonna di Guadalupe: un caso di "inculturazione" miracolosa
L'apparizione della Madre di Dio all'indio Juan Diego: i fatti, le prove straordinarie, la storia del culto e la devozione nella storia, fino alla beatificazione del veggente
La ricorrenza del quinto centenario dello sbarco di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo, il 12 ottobre 1492, invita almeno i cattolici a considerare tale avvenimento nel suo autentico significato, più volte richiamato da Papa Giovanni Paolo II: quello dell'inizio dell'evangelizzazione dei popoli indigeni del continente americano, i cosiddetti indios o "indiani" ex maia.
Sul fatto si è venuto elevando nel corso dei secoli un cumulo di calunnie - la celebre leyenda negra - che tanti storici anticattolici - spesso anglo-americani, e quindi connazionali dei responsabili del genocidio degli "indiani" del Nordamerica - hanno gettato su tale evangelizzazione, ingigantendo gli inevitabili errori che i primi missionari spagnoli - avvezzi da secoli a trattare con "infedeli" che conoscevano benissimo il cristianesimo, come i musulmani di Spagna - possono aver commesso nell'annunciare Gesù Cristo a popoli totalmente pagani e culturalmente lontanissimi dalla mentalità europea e mediterranea.
Purtroppo non di uguale attenzione sono stati oggetto altri avvenimenti, strettamente legati alla scoperta e all'evangelizzazione, come, per esempio, quello con il quale Gesù Cristo stesso, attraverso la sua Santissima Madre, volle rivelarsi agli indigeni del Nuovo Mondo, cioè l'apparizione della Madonna all'indio Juan Diego Cuauhtlatóhuac nel dicembre del 1531 - appena dieci anni dopo la conquista - sulla collina di Tepeyac, presso Città di Messico, dove oggi sorge il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe.